13/07/2021

Grandi Mostre in Basilica palladiana: a dicembre la mostra sul Rinascimento

Per raccontare il secolo d’oro di Vicenza: il Cinquecento

Da sinistra Beltramini, Rucco, Siotto, Hüllweck

Riparte il progetto Grandi Mostre in Basilica Palladiana. Dal prossimo dicembre e fino ad aprile 2022 sarà allestita "La fabbrica del Rinascimento", la seconda grande esposizione dopo “Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi” bruscamente interrotta nel febbraio 2020 a causa degli eventi pandemici.

Comune di Vicenza, Fondazione Teatro Comunale e Centro internazionale di studi di architettura “Andrea Palladio” riprendono, con un accordo di collaborazione, il progetto triennale di rilancio del monumento nazionale cuore dell'identità culturale della città.

A darne l'annuncio c'erano oggi in sala Stucchi il sindaco Francesco Rucco, l'assessore alla cultura Simona Siotto il presidente della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza Enrico Hüllweck e il direttore del Cisa Palladio Guido Beltramini.

"L’organizzazione e la produzione del progetto, di alto profilo scientifico e culturale, delle Grandi mostre in Basilica palladiana riparte con questa seconda esposizione che, riallacciando grandi capolavori di artisti del calibro di Andrea Palladio, Paolo Veronese e Alessandro Vittoria con il tessuto connettivo del contesto che li ha generati, potrà riportare a Vicenza l’attenzione e la riflessione su importanti tematiche di respiro internazionale - ha dichiarato il sindaco Francesco Rucco -. Di quella città - teatro del Rinascimento, indagando la dinamica dei processi creativi, si proporrà la ricostruzione di tutte le testimonianze sopravvissute con uno sguardo contemporaneo, che porrà accanto alla pittura anche scultura e architettura. Sarà una straordinaria occasione per celebrare la ripresa delle attività culturali che sono state fortemente colpite dalle limitazioni alla fruizione di musei, biblioteche e più in generale tutti i luoghi nei quali si vive l’esperienza culturale del nostro Paese".

"Questa mostra ci consente di mettere a disposizione competenze e relazioni internazionali del Cisa – ha dichiarato il presidente del Cisa Palladio Lino Dainese – che per noi è un grande onore poter spendere a favore della nostra città: ringrazio di cuore il sindaco per la fiducia che ci accorda. La mostra indaga i processi creativi e produttivi delle arti nel Rinascimento a Vicenza, ed è frutto di un progetto di ricerca che unisce esperti di storia economica e dell’arte. Questa alleanza fra ricerca, economia e arte ha dato frutti straordinari nella Vicenza di ieri e saprà darli quella di oggi e di domani".

"Siamo particolarmente felici di questa prestigiosa collaborazione che si rinnova, tra le istituzioni culturali della Città, per realizzare un progetto espositivo che racconta in modo originale e inedito il Rinascimento e la capacità di progettare il futuro degli uomini – artisti, mecenati, artigiani, commercianti - di quel tempo - ha detto il presidente della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza Enrico Hüllweck -. Siamo riconoscenti all’Amministrazione Comunale per aver scelto le forze e le energie del territorio per un’operazione culturale di ampia portata, in grado di guardare avanti con rinnovata fiducia, mettendo a fuoco il valore dell’identità, forgiata in modo indelebile da quegli artisti che hanno saputo creare e rendere unica Vicenza, la Città bellissima in cui viviamo".

La mostra "La fabbrica del Rinascimento" racconterà del secolo d’oro di Vicenza: il Cinquecento.

Un periodo così eccezionalmente ricco e capace di coniugare il genio artistico attraverso un'inedita alleanza con il mondo imprenditoriale del tempo. Vicenza nel Rinascimento è al centro di una delle aree produttive e commerciali più dinamiche d’Europa e grazie ad Andrea Palladio, Paolo Veronese e Alessandro Vittoria e a tanti altri giovani artisti, la città diventa anche uno dei centri più vitali dell’arte europea, culla delle straordinarie opere d’arte oggi esposte nei musei di tutto il mondo.

È il risultato di un momento in cui l’arte veneta è investita dall’impatto rivoluzionario di Raffaello e Michelangelo, che scardina le scuole regionali proponendo un linguaggio nuovo, di portata nazionale, che trionferà in tutta Europa nei secoli successivi. È il linguaggio del Rinascimento italiano o – come lo chiamava Giorgio Vasari nelle sue famose Vite – la “maniera”.

In occasione della prossima mostra, i capolavori di quest'epoca ritornano a casa per essere esposti in Basilica Palladiana e per raccontare una storia di creatività ma anche di capacità imprenditoriale, di talento e coraggio.

Prestiti eccezionali giungeranno dalle grandi istituzioni museali europee, dalle Gallerie degli Uffizi al museo del Prado, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna al Louvre e ai grandi musei inglesi.

La nostra città ospita altrettanti capolavori, alcuni dei quali poco conosciuti o ancora poco accessibili: i meravigliosi soffitti di Palazzo Thiene, opera di Alessandro Vittoria; la magnifica Cena di Paolo Veronese nel santuario di Monte Berico o la sua Adorazione dei Magi nella chiesa di Santa Corona; la cappella Valmarana nella cripta di Santa Corona, un gioiello nascosto di Palladio; e naturalmente il Teatro Olimpico e gli altri palazzi cittadini. Per questo dalla mostra si diramerà una raggiera di percorsi di valorizzazione del Cinquecento vicentino e che coinvolgerà l’intera città.

La mostra sul Rinascimento, che sarà ufficialmente presentata i primi giorni di settembre, è pronta e i prestiti concessi. I curatori Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Mattia Vinco sapranno coniugare il rigore scientifico all’originalità e all’attrattività della proposta espositiva. Caratteristiche che dovranno coinvolgere un pubblico vasto, motivandolo a scoprire la magnifica città per cui sono state concepite.

 

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