Il Museo Naturalistico Archeologico
Il Museo Naturalistico-Archeologico è suddiviso in due sezioni: Naturalistica e Archeologica. La prima è dedicata all’illustrazione delle caratteristiche del territorio, soprattutto quello dei colli Berici la cui specificità ambientale annovera anche diversi endemismi di flora e di fauna.
La sezione Archeologica espone e conserva le più significative evidenze della storia antica del Vicentino dalla preistoria all'epoca dei Longobardi.
La Preistoria vanta una ricca documentazione di strumenti litici, testimonia la presenza umana sui Berici fin dal Paleolitico medio, per continuare poi con le testimonianze degli abitati neolitici e dell'età del Bronzo delle Valli di Fimon, da dove provengono i famosi vasi a bocca quadrata dell'abitato di Molino Casarotto.
L’Età del Ferro è testimoniata da materiali di vari insediamenti tra i quali si segnalano le laminette votive figurate in rame provenienti da un santuario che era situato nei pressi dell'attuale piazzetta San Giacomo e che attestano l’attività di questo luogo di culto dal IV al I sec. a. C.
L’Età romana è rappresentata soprattutto dai reperti decorativi e architettonici del teatro romano di Berga, e dal cripoportico di piazza Duomo. Una sezione è dedicata alle anfore romane trovate a Vicenza e sono presenti anche lacerti musivi provenienti dal centro della città. Da Roma, invece, proviene una collezione di statuaria antica, dono di Gerolamo Egidio di Velo agli inizi del XIX secolo.
L'esposizione si conclude con una ricca documentazione della presenza dei longobardi nel territorio vicentino.
Il complesso che ospita il Museo insiste sui due chiostri domenicani di Santa Corona. Sul lato settentrionale della chiesa è addossato il chiostro minore del XVII secolo. A settentrione rimangono i resti dell’antica biblioteca distrutta nel secondo conflitto mondiale.
Eretta tra il 1496 e il 1502, su probabile disegno di Rocco da Vicenza, i suoi resti separano il chiostro minore da un secondo chiostro, con colonne in pietra di Vicenza ornate di capitelli gotici quattrocenteschi, eretto nella seconda metà del Quattrocento.
In seguito, il Muttoni progettò la facciata occidentale, ripetutamente manomessa da successivi interventi.
Le sale dei chiostri, oltre ai padri del convento accolsero l’Ufficio dell’Inquisizione dalla fine del XVI al XVIII secolo.
Nel 1811 il complesso fu adibito a collegio comunale per poi accogliere un ospedale militare austriaco e successivamente alcune scuole (1867).
Gli interventi successivi portarono alla realizzazione dell’attuale facciata con triplice ingresso di ordine ionico segnata da un basamento rustico, costruita nel 1823 su disegno di Angelo Casarotti da Schio.
Nel 1877, su iniziativa dell’industriale Alessandro Rossi, divenne sede del prestigioso Istituto Tecnico Industriale, al quale nel 1911 venne data la denominazione di “Istituto tecnico Alessandro Rossi”. L'edificio rimase sede dell’Istituto scolastico fino al 1962.
Nel settembre del 1991, dopo parziale restauro venne inaugurato il Museo Naturalistico Archeologico.