16/10/2018

Elettra di Euripide sabato 20 e domenica 21 ottobre al Teatro Olimpico

71° Ciclo di Spettacoli Classici

Sabato 20 alle 20.30 e domenica 21 ottobre alle 18.30 al Teatro Olimpico il 71° Ciclo di Spettacoli Classici presenta in prima assoluta Elettra di Euripide per la regia di Daniela Nicosia, nella traduzione di Caterina Barone. Una produzione di Tib Teatro interpretata da Gabriele Barbetti, Giulia Bisinella, Miriam Costamagna, Massimiliano Di Corato, Andrea Lopez Nunes e Caterina Pilon.

È un episodio chiave nel racconto del mito degli Atridi, l’uccisione di Clitemestra e del suo amante Egisto compiuto per mano dei figli Oreste ed Elettra per vendicare l’assassinio del padre Agamennone. Nel naufragio della produzione tragica del V secolo la sorte ha voluto che la vicenda ci arrivasse, caso unico, nella scrittura dei tre grandi tragici: Coefore di Eschilo, Elettra di Sofocle ed Elettra di Euripide. Elettra di Euripide presenta tratti singolari che la allontano dall’afflato religioso eschileo e dall’ambito eroico, come quello ancora presente nella coeva di Sofocle, ne fanno un modello che si presta in maniera significativa ad un contesto contemporaneo in cui l’azione assume i colori di una mattanza cieca mossa da pulsioni assolute, generata da sentimenti ambivalenti e oscuri in un contesto scarno, quasi da suburbio metropolitano. Fratelli assassini, complici nell’uccisione dell’amante materno, prima, e artefici poi del matricidio, vero nucleo della tragedia.

Ma qual è l’origine di questo impulso matricida? La tragedia, prima dell’intervento dei Dioscuri, che, nell’esodo, ne addossano la responsabilità ad Apollo, si conclude con queste parole di Elettra: “... madre odiata e amata”, affermazione, questa, che rimanda ad un universo freudiano ante-litteram. Rapporto madre-figlia, figli che uccidono chi li ha generati, atto simbolicamente necessario ad affrancarsi da essi, e in questo caso, proprio come in episodi recenti che la cronaca ci rimanda, realmente compiuto. Atto che nell’universo euripideo comporta uno sgretolamento interiore dei fratelli matricidi, dal cuore «tutto desmandorlatos», secondo Giovanni Testori nel suo sdisOrè, sgretolamento che corrisponde ad un disfacimento esteriore: bagnati del sangue materno i loro tratti appaiono alterati, così come i loro pensieri. Le certezze che avevano mosso le pulsioni omicide ora vacillano, in quell’umano procedere che tanto interessa Euripide.

Note di regia

Segno di questa scrittura scenica è un lavoro accurato sulla parola, per tradurla in corpo scenico, materia scarna, priva di orpelli, realista. Il testo classico interseca la contemporaneità, dalla cronaca all’Elettra della Yourcenar, al sdisOrè di Giovanni Testori, la cui lingua espressionista erompe a tratti, quale sindrome di Tourette, a palesare la nevrosi, la malattia dell’anima di Elettra. Locuzioni quali “vermena-pantegana”, “macrelica bagascia - vacca sconsacrata - toda sdeslabbratas” si iscrivono così in un contesto drammaturgico in cui il testo originario di Euripide, si arricchisce di suggestioni letterarie del ‘900. Il mito nella contemporaneità è luogo di inquietudini, difficoltà, sradicamento. Elettra è ammalata non tanto per il rapporto con il padre ma per la relazione insoluta con la madre. La centralità del rapporto con la madre è evidente in Euripide, ne crea la parabola ascendente, la climax culminante nel matricidio, vero nucleo narrativo dell’opera che ci offre un quadro fosco percorso da sentimenti meschini, spregevoli, in cui nulla rimane dell’antica sacralità. A muovere Elettra non sono ragioni etiche o religiose, ma la volontà di vendetta, la gelosia anche sessuale verso la madre – lei è alektros, vergine – il possesso dei beni, pirandellianamente la roba. Accanto a lei un Oreste fragile, incerto, che si interroga sul rapporto con Dio, i cui comandi sono messi in dubbio così come lo è il concetto di giustizia. Un Dio, questo, che genera solo dolore. Clitemestra è, nella mia visione, una donna segnata dal disamore, secondo l’orizzonte emotivo descritto da Marguerite Yourcenar in Fuochi. Consegna un’altra versione dei fatti, con ripercussioni sull’opinione del Coro, che nell’udire le sue parole dimesse e di fronte al crimine efferato commesso dai figli, proverà pietà per la madre. Elementi scenici essenziali, idonei a riflettere i l vuoto, che è vuoto esistenziale, disincanto, quello che connota l’incerto avanzare dei protagonisti nel loro terribile disegno. Parola, geometrie spaziali, vuoto, suggestioni sonore, quali segni di una drammaturgia della scena, volta a perseguire un teatro dell’emozione che, mentre smaschera l’antico mito, incontra il presente, il suo nichilismo, le sue anomie.

Daniela Nicosia

 

Daniela Nicosia regista e autrice teatrale, si occupa di drammaturgia contemporanea e da alcuni anni sviluppa una sua linea di ricerca che mette in relazione architettura e teatro, come nello spettacolo Polvere (Biennale Teatro di Venezia 2006). La poetica che percorre i differenti testi e spettacoli si nutre di un pensiero che, nel perseguire un teatro dell’emozione, individua in differenti fonti drammaturgiche (dalla letteratura alla musica, alle strutture architettoniche dei luoghi) sempre nuove possibilità di scritture per la scena. Scena connotata da un segno essenziale, in un contesto formalmente rigoroso che lascia spazio al testo, scaturito da un processo minuzioso di scavo nella parola quale luogo elettivo dell’emozione. Una drammaturgia viva che, mescolandosi ad accurate scelte musicali, compone il tessuto emotivo dello spettacolo, mentre interseca, interroga, testimonia il presente, sia attraverso la voce di grandi autori del’900, come nel caso di Passione, dal romanzo Passio Laetitiae et Felicitatis di Giovanni Testori, spettacolo di cui ha curato drammaturgia e regia, in scena al Piccolo Teatro di Milano, con Maddalena e Giovanni Crippa; o de La Paura tratto dal racconto di Federico De Roberto, sia attraverso testi originali, come in Galileo e in Io ti prendo per mano (vincitore del Festival I Teatri del Sacro 2011). Laureata in Semiologia dello Spettacolo al D.A.M.S. di Bologna e formatasi con Yoshi Oida - attore di Peter Brook al CIRT di Parigi - ha firmato regie per il Teatro Stabile dell’Aquila, gli Stabili di Innovazione di Bologna, di Verona e di Vicenza, Tib Teatro, Arca Azzurra Teatro, il Festival di Madrid. Dal 1995 è direttore artistico di Tib Teatro.

Tib Teatro elabora e realizza - nello spazio di residenza Teatro Comunale di Belluno - progetti artistici di teatro dedicato alle nuove generazioni, di drammaturgia contemporanea, di educazione e formazione teatrale, di integrazione tra le arti sceniche e la configurazione storica ed architettonica dei luoghi. Progetti di respiro nazionale, seppur fortemente radicati e maturati nel territorio, quali lo spettacolo Polvere ovvero la storia del teatro, presentato alla Biennale di Venezia. Il percorso artistico di Tib Teatro è volto alla promozione e alla diffusione della cultura teatrale, sia attraverso progetti di produzione, che di formazione e programmazione – Stagioni di Teatro per le Nuove generazioni, Stagioni di Teatro Contemporaneo, attività di laboratorio, convegni, mostre –, di integrazione delle arti sceniche e l’ambiente – Filo d’Arianna Festival, e di riqualificazione urbana di aree dismesse - Casa delle Arti.

Il 71° Ciclo di Spettacoli Classici è promosso dal Comune di Vicenza, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, e curato da Franco Laera con Adriana Vianello e Virginia Forlani. È sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona.

 

PREVENDITA BIGLIETTI

Biglietteria del Teatro Comunale di Vicenza (per giorni e orari di apertura consultare il sito www.tcvi.it)

Biglietteria del teatro Olimpico (un’ora prima degli spettacoli)

Informazioni: tel. 0444 324442 - biglietteria@tcvi.it

Biglietteria online nel sito www.classiciolimpicovicenza.it

Nelle filiali di Intesa Sanpaolo ex Banca Popolare di Vicenza

TIB Teatro

Elettra

di Euripide

 

20 ottobre, ore 20.30

21 ottobre, ore 18.30

Teatro Olimpico

 

Prima assoluta

 

traduzione Caterina Barone

regia e drammaturgia Daniela Nicosia

 

con Gabriele Barbetti, Giulia Bisinella, Miriam Costamagna, Massimiliano Di Corato, Andrea Lopez Nunes, Caterina Pilon

 

aiuto regia Vassilij Gianmaria Mangheras

scene Gaetano Ricci

musiche originali Paolo Fornasier

elementi coreografici Clara Libertini

disegno Luci Paolo Pellicciari

suono Simone Livieri

video di scena Marco Schiavoni

costumi Emanuela Cossar

assistente alla regia Isabella De Biasi

foto di scena Umberto Colferai

 

produzione TIB Teatro

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