Dalla caduta della Repubblica di Venezia al Lombardo-Veneto

La documentazione esposta nella sala racconta i passaggi fondamentali di questo periodo di epocali cambiamenti

Gli ultimi proclami del Doge della Serenissima Repubblica, il bando con l’abolizione dei titoli nobiliari, la lama originale della ghigliottina, gli oggetti del culto napoleonico, ne sono interessanti testimonianze.

Questa prima soggezione di Vicenza all'Austria durò pochi anni poichè nel 1805 con la pace di Presburgo, tutto il Veneto veniva annesso al Regno Italico, il cui ordinamento amministrativo era quello dell'Impero Francese. Pertanto, il Veneto venne diviso in dipartimenti che prendevano il nome da un fiume, retti da un prefetto di nomina regia. Vicenza fu capoluogo del dipartimento del Bacchiglione. Anche la legislazione era quella francese, compendiata nel Codice Napoleone, più consono alle esigenze dei tempi nuovi.

Il Regno Italico cadde nella primavera del 1814 quando le sorti volsero avverse a Napoleone. Sul finire del 1813, dopo la sconfitta napoleonica di Lipsia, l'esercito austriaco avanzò nel Veneto che rimase sotto il controllo dell'autorità militare austriaca.

Finiva così il regime napoleonico in Italia ma dietro il crollo dell'edificio restavano le impronte profonde delle trasformazioni e delle innovazioni civili e sociali. Caduto Napoleone, il compito di dare all'Europa uno stabile assetto venne demandato ad un Congresso voluto dalle quattro grandi potenze (Russia, Prussia, Austria e Gran Bretagna) che erano state le vincitrici contro la Francia napoleonica. Il congresso si riunì a Vienna e sancì quell'aspetto politico-territoriale che, con qualche eccezione, doveva durare per quasi un cinquantennio.

Tamburo con cassa metallica dell'epoca napoleonica