Madonna in trono con il Bambino e i santi Paolo, Pietro, Domenico e Sebastiano
Autore | Giovanni Bonconsiglio detto Marescalco |
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Periodo | (Vicenza? 1465 circa - Venezia? 1535/1537) |
Datazione | 1502 - 1511 |
Supporto | Tela (trasporto da tavola), 351x187 |
Inventario | A 38 |
Autore della scheda | Giovanni C.F. Villa |
Iscrizioni
firmata e datata in un cartiglio ai piedi del trono: JOANES. BONI CHONSILI/ PINSIT./ ICCCCCII
Cartellini
s.d. 3 Buonconsiglio/ Madonna sul trono/ con/ Quattro Santi; 1949-1950 N. 38/ […] BUONCONSIGLIO/ […] Bambino/ […] Sebastiano; 1954 N. 8059; sul recto della cornice, in basso, targhetta metallica Proprietà/ dell’Istituto Esposti di Vicenza; sul verso della cornice, a sinistra, targhetta metallica a stampa con inchiostro nero 155
Provenienza
Vicenza, Oratorio dei Turchini presso Santa Corona; Vicenza, Palazzo della Ragione, 1797; Vicenza, coro di Santa Corona (Miotti, 1980-1981); Vicenza, chiesa di San Rocco, 1807; Vicenza, Istituto degli Esposti
Restauri
1810 circa, Aniano Balzafiori; 1911, Franco Steffanoni; 1986, Corest
Inventari
1910-1912: 38 (44). Numerazione vecchia: senza numeri precedenti; 38 catalogo 1912; 38 catalogo 1940; 38 inventario 1950. Provenienza: dalla chiesa di San Rocco; catalogo 1912, catalogo 1940 anticamente nell’oratorio dei Turchini, poi nella chiesa di San Rocco in Vicenza, proprietà dell’Istituto degli Esposti; inventario 1950 Istituto Esposti. Collocazione: sala IV dei vicentini. Forma e incorniciatura: grande pala centinata con cornice dorata. Dimensioni: largo m 1.89, alto m 3.57; inventario 1950 3.51x1.90. Materia e colore: tempera trasportata su tela dalla tavola. Conservazione e restauri: restaurata da F. Steffanoni 1911. Descrizione: Madonna in trono col Bambino e i santi Pietro, Paolo, Sebastiano e Domenico. Autore: Giovanni Buonconsiglio; catalogo 1912 Giovanni Buonconsiglio; catalogo 1940 Giovanni Buonconsiglio; inventario 1950 Giovanni Buonconsiglio. Iconografia: foto Alinari 13051, 44497 particolare. Osservazioni: proprietà dell’Istituto Esposti.
Descrizione tecnica
Trasportata al principio del novecento da tavola su tela da Franco Steffanoni, la pala aveva già subito un intervento di restauro intorno al 1810 - che dovette configurarsi, secondo la logica del tempo, come eminentemente pittorico - ad opera del pittore napoletano Aniano Balzafiori, prima di essere collocata sull’altar maggiore della chiesa di San Rocco: operazione necessaria a seguito, nel 1807, della conversione dell’Oratorio di provenienza in prigione, con la tavola di Bonconsiglio utilizzata quale banco da cucina e mensa per i detenuti.
Pur firmata e datata, la pala è stata ampiamente dibattuta nel corso del novecento. Principalmente per la data che, se ai più è parso corretto leggere 1502, non così a Spettoli (1950) e Magagnato (1953), inclini a interpretarla come 1511 con Barbieri (1962) che, insistendo su presunti rapporti con la cultura lombarda e lottesca, recuperò suggestioni di Borenius (1909, 1912) per problematizzare con notazioni stilistiche la cronologia del pezzo: così osservava come il damascato tappeto ai piedi della Vergine dovesse essere successivo a quello canonizzato da Lotto nella pala di Santa Cristina al Tiverone e il volto del san Domenico “così intenso e scavato di contenuta pazienza” avesse quale precedente il san Vincenzo Ferreri del polittico di Lotto a Recanati. Opere eseguite dopo il 1502 del testo vicentino e non giudicate necessarie da Puppi (1964-1965), che invitava a rovesciare il rapporto con Barbieri (1995) che, ritornando sull’opera, lo farà individuando riferimenti antonelleschi e belliniani tramite Montagna, in una sentita adesione al diffuso tonalismo in voga nei più aggiornati ambienti lagunari.
E che la lontanza dall’emotività della Pietà (cat. 42 A 12) sia evidente, lo mostrano proprio i raccordi stilistici individuati negli anni dagli studiosi, tutti concordi nel leggere l’opera in relazione ai grandi modelli veneziani di fine secolo: così Arslan (1934) la bollerà come parafrasi della pala di Antonello in San Cassiano mentre Crowe-Cavalcaselle (1871), Venturi (1915) e Pallucchini (1946) la interpreteranno principalmente quale ripresa dal Bellini della tavola di San Giobbe. Metri valutativi pariteticamente condivisibili, per questa scena d’interno sospesa nell’istante con attori che hanno perduto la petrosa affilatura della Pietà a favore di un tentativo di ampliamento monumentale, protetti da un impressionante congegno architettonico -quasi meditazione sulla pala Squarzi di Montagna (Milano, Pinacoteca di Brera) - caratterizzato dalla volta a crociera decorata a mosaici dorati e dalla bizantineggiante lampada pendente dal centro del padiglione, in evidente rimando a soluzioni formali di Giovanni Bellini poi riprese da Montagna e Basaiti, con i santi di destra a ricalcare quelli antonelliani in San Cassiano, così come li ricordiamo da copie e incisioni.
Bibliografia
Vasari, 1568 (ed.1878), p. 651 n. 6; Boschini, 1676, p. 72 (Bartolomeo Montagna); Bertotti-Scamozzi, 1761, p. 80 (Bartolomeo Montagna); Buffetti, 1779, I, pp. 106-107; Bertotti-Scamozzi, 1780, p. 91; Lanzi, 1795-1796, II, parte I, p. 44; Bertotti-Scamozzi, 1804, p. 89; Berti, 1822, p. 65; Berti, 1830, p. 59; Lanzi, 1831, vol. IV, epoca VI, p. 65; De Boni, 1840, p.156; Pieriboni, 1842, p. 29; Zanotto, 1858 [s.p.]; Da Schio, ms. secolo XIX, c. 596v; Ciscato, 1870, p. 129; Crowe-Cavalcaselle, 1871, I, p. 439; Formenton, 1872, pp. 16-17; Marasca, 1876, pp. 3-4; Elenco dei principali…, 1881, p. 3; Bortolan², 1886, p. 15; Burckhardt, 1892, p. 622; Berenson, 1901, p. 117; Burckhardt, 1901, II, parte III, p. 723; Magni, 1902, p. 161; Pettinà, 1905, p. 43; Foratti, 1907, pp. 33-35; Venturi A., 1907, p. 266; Venturi L., 1907, p. 266; Layard, 1907, I, p. 291; Borenius, 1909, pp. 169-171; Fry, 1909, p. 154; Michel, 1909, p. 248; Prichard Agnetti, 1909, pp. 160, 263-364; Ongaro², 1910, pp. 37-40; Rumor-Bernath, 1911, p. 229; Borenius, 1912, pp. 169-171, n. 1; Crowe-Cavalcaselle, 1912, p. 142; Ongaro, 1912, p. 32; Frizzoni, 1913, p. 187; Rumor, 1913, p. 284; Sacchi, 1914, p. 11; Rumor, 1915, p. 27; Venturi, 1915, p. 642; Foratti, 1918, p. 71; Bortolan-Rumor, 1919, p. 146 e 151; Berenson, 1926, p. 650; Bessone-Aurelj, 1928; Wilde, 1929, p. 60; Buonconsiglio, 1930, p. 214; Corna, 1930; Fiocco, 1930, p. 117; Pettinà, 1930, p. 129; Berenson, 1932, p. 121; Lauts, 1933, p. 84- 86; Peronato, 1933, p. 67; Arslan, 1934, pp. 8, 15; Berenson, 1936, p. 104; Fasolo, 1940, p. 83; Pallucchini¹, in I capolavori…, 1946, pp. 93-94, cat. 155; Pallucchini², in I capolavori…, 1946, p. 88, cat. 155; Dalla Pozza, 1949, p. 4; Dussio, 1949, p. 222; Magagnato¹, 1949, p. 102; Spettoli, 1950, p. 59; Magagnato, 1953, p. 175; Barbieri², 1954, p. 174; Levi, 1955, p. 750; Arslan, 1956, pp. 151-152, cat. 1027; Barbieri-Magagnato, 1956, p. 175; Magagnato, 1956, p. 158; Berenson, 1957, I, p. 50; Berenson, 1958, I, p. 52; De Logu, 1958, p. 64; Puppi², 1960, p. 274; Barbieri, 1962, I, pp. 100-104, 108; Heinemann, 1962, I, p. 229; Puppi, 1964-1965, pp. 298, 321-324; Cessi, 1966, p. 267; Puppi², 1967, p. 11; Zampetti, 1970, p. 36; Barbieri, 1972, p. 187; Buonconsiglio, 1972, p. 335; Pallucchini, 1972, pp. 31, 34; Puppi, 1976, pp. 59, 61; Saccardo, 1976, p. 223; Ruggeri Augusti, 1977, p. 21; Sgarbi, 1977, p. 43; De Saraca, 1977-78, pp. 63- 64; Lucco, in Venezia e la Peste…, 1979, p. 235; Schiavo, 1979-1980, p. 41; Sgarbi², 1980, pp. 35, 43- 48, 62 n.77; Miotti, 1980-1981, p. 111; Barbieri, 1981, pp. 44- 45; Princivalle, 1981, pp. 114, 120, 131; Saccardo², 1981, p. 668; Ballarin An., 1982, p. 95; Fontana, 1985, p. 116; Saccardo, 1985, pp. 24-25 n. 25; Rigon, 1986, p. 329; Goi, 1988, p. 518; Rama, 1988, p. 657; Saccomani, 1988, p. 199; Buonconsiglio, 1989, p. 478; Noè, 1990, p. 32; Tanzi, 1990, II, p. 617; Dal Pozzolo, 1991, p. 30; Barbieri, 1995, pp. 69-70; Banzato, 1996, I, p. 304; Dal Pozzolo¹, 1996, p. 486; Dal Pozzolo, 1998, pp. 65-71, 199-200; Tempestini, 1999, p. 995; Chierichetti, s.d., p. 42.