Incoronazione di spine
Autore | Copia da Giambattista Tiepolo |
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Periodo | (metà del secolo XVIII) |
Datazione | 1745 - 1750 |
Supporto | Tela, 80x94,5 |
Inventario | A 108 |
Autore della scheda | Andrea Tomezzoli |

Cartellini
s.d.3 CAT. N.108/ Gian. Dom.co Tiepolo/ Incoronazione di Spine; 1949-1950 N.108/ Copia da G.B. Tiepolo/ Incoronazione di spine/ 80x94 e con pennarello nero B 48
Provenienza
Gaetano Rezzara, Vicenza fino al 1848; legato Luigi Rebustello, Vicenza 1887 (vedi campo provenienza cat. 37; MCVi, Museo, Legati, fasc. “Legato dottor Rebustello”, contenente l’elenco dei “quadri di pregio legati al Comune di Vicenza con testamento del dottor Rebustello”, la numerazione inventariale dell’elenco è discontinua: nn. 89-110, 120-126 per un totale di 29 dipinti; tale inventario è presente in duplice copia, una riportante la data di acquisizione da parte del conservatore, Domenico Peterlin, del catalogo dei dipinti corrispondente al 1888, set. 26, l’altra datata 1887, apr. 22, con nota di mano di Domenico Bortolan apposta successivamente alla stesura dell’elenco, che riporta al numero “91. La incoronazione di spine di Gesù Cristo alla colonna, in tela, di Giovambattista Tiepolo”)
Restauri
1910, Franco Steffanoni; 1986, Alda Bertoncello
Inventari
1902: c. 1, (2). 2. Cristo schernito. 0.81x0.95. Attribuito a Domenico Tiepolo. Cattiva, ossidato nella vernice. Non buona. Legato Rebustello; 1907: c. 1, 2 (2). Attribuito a Domenico Tiepolo. Cristo schernito. Tela, 0.81x0.95. Legato Rebustello; 1908: 2 (108). Attribuito a Domenico Tiepolo. Cristo schernito (tela, 0.81x0.95). Nel 1908 si trova in sala. Pervenne alla Pinacoteca il 22 aprile 1887 per legato Rebustello col n. 91 e le indicazioni: La incoronazione di spine di Gesù Cristo alla colonna, in tela di Gian Battista Tiepolo; 1910-1912: 108 (113). Numerazione vecchia: 2 numerazione della Commissione d’inchiesta 1908; 2 catalogo 1902; 91 n. del legato; 108 catalogo 1912; 108 catalogo 1940; 108 inventario 1950. Provenienza: legato Rebustello 1887. Collocazione: sala dei settecentisti [corretto su IV] veneti. Forma e incorniciatura: rettangolare con cornice dorata. Dimensioni: alto m 0.81, largo m 0.95; inventario 1950 0.80x0.94. Materia e colore: tela dipinta ad olio. Conservazione e restauri: era molto ingiallito per le vernici le quali furono in gran parte levate dallo Steffanoni nel restauro del 1910. Descrizione: Cristo deriso e coronato di spine; si tratta di un quadretto che doveva formar parte di una Via Crucis ora certamente dispersa. Autore: Domenico Tiepolo; pervenne al Museo con l’attribuzione a Giambattista Tiepolo; catalogo 1912 Giandomenico Tiepolo; catalogo 1940 Giambattista Tiepolo (copia da) attribuzione di Arslan; inventario 1950 Giandomenico Tiepolo? Bibliografia: L. Ongaro, Il martirio di san Giovanni Battista di D. Tiepolo a Vicenza, vedi Bollettino del Museo, fasc. I, 1910. Iconografia: fotografia Farina; foto Alinari 44498 (G. D. Tiepolo).
Descrizione tecnica
Menzionata nella collezione di Gaetano Rezzara come opera “del celebre Tiepolo”, la tela passò, prima del 1848, per eredità a Luigi Rebustello (Formenton, 1867), dal quale fu donata al Comune di Vicenza con il legato del 22 aprile 1887, come d’altronde aveva auspicato lo stesso Rezzara. La prestigiosa attribuzione a Giambattista Tiepolo, con cui è entrata al Museo, agli inizi del novecento è stata sostituita da quella a Giandomenico, che avrebbe eseguito il quadro come Stazione di una Via Crucis, successivamente dispersa (Ongaro, 1910). Ipotesi, questa, certo nata sotto la suggestione del ciclo di San Polo a Venezia, dipinto dal figlio di Giambattista nel 1747-1748, ma destinata a rivelarsi fallace allorquando Sack nel 1910 per primo riconobbe il quadro vicentino quale copia, fedele ma di inferiore qualità, dell’originale tiepolesco alla Kunsthalle di Amburgo. In tempi recenti solo Knox (1980) ha riconsiderato il dipinto in esame quale replica di Giandomenico dal lavoro paterno. Rendendo noto il prototipo di Giambattista, Sack segnalava, oltre all’esemplare in esame, anche la versione della collezione Kleinberger di Parigi, proveniente dalla raccolta del marchese di Byron. Se da un lato quest’ultima non è oggi identificabile con certezza, dall’altro si conoscono altre due copie. Una, firmata da Jacopo Guarana (1720-1808), è pervenuta al Metropolitan Museum di New York nel 1871 dalla collezione della duchessa di Berry in palazzo Vendramin Calergi di Venezia (Zeri, 1973, p. 27). L’altra sembra riconoscibile nella tela battuta più volte sul mercato antiquario, come gentilmente segnala Adriano Mariuz e come attesta la documentazione fotografica conservata nella fototeca di Antonio Morassi (ora presso l’Università degli Studi Ca’ Foscari a Venezia): appartenuta a Lady Isaiah Berlin di Oxford, l’opera è approdata da Marshall Spink a Londra, per passare da Sotheby’s, il 7 dicembre 1960 e, secondo una sequenza tutt’altro che certa, a Monaco, da Ilas Neufert, nell’agosto 1967; a Cologna, Lempertz, il 27 novembre 1969; alle Old Master Galleries di Herner and Wengraf di Londra; da Tomas Grange, ancora a Londra. Da ultimo è apparsa a Venezia, messa all’incanto da Semenzato (Importanti dipinti antichi, ottobre 1988, lotto 133). Quantunque Morassi avesse annotato sul retro delle foto i suoi dubbi su una possibile autografia di Giandomenico, questa seconda versione ha, forse, le maggiori probabilità di poter vantare una paternità tiepolesca, poiché mostra una sicurezza nella conduzione e nello stesso tempo una scioltezza nel ductus non riscontrabili negli altri esemplari. Per l’Incoronazione di spine di Vicenza, invece, è più opportuno pensare ad un’opera eseguita da un allievo all’interno dello studio di Giambattista Tiepolo, contemporaneamente all’originale del maestro, variamente datato dalla critica, ma con ogni probabilità realizzato negli anni 1745-1750 (Gemin-Pedrocco, 1993, p. 411, cat. 395; Whistler, in Giambattista Tiepolo 1696-1996, 1996, pp. 216, 219, cat. 33). La constatazione di un certo numero di copie estremamente fedeli e pressoché delle stesse misure del quadro di Amburgo induce a interrogarsi sul loro valore e sulla loro funzionalità. Senza entrare nel merito delle dinamiche della bottega di Giambattista, che rimane uno dei problemi più spinosi degli studi tiepoleschi, va solamente ricordato che il recente rinvenimento di fonti coeve conferma l’esistenza di un atelier quanto mai organizzato, all’interno del quale gli allievi dovevano affrontare diversi gradi di apprendimento proprio attraverso la copia di disegni e dipinti originali di Tiepolo (Aikema, 1996, pp. 16-17, 23-25; Tomezzoli, 1996, p. 129). Per la possibilità che offriva di esercitare gli apprendisti su un complesso gioco chiaroscurale, su una composizione equilibrata di architetture e figure, su una tipologia variegata di personaggi in posa, l’Incoronazione di spine deve essere stata considerata dallo stesso Tiepolo un testo esemplare.
Di un’altra copia (venduta a Parigi, Charpentier, l’11 aprile 1946, lotto 38, come Domenico Tiepolo) dà notizia Federico Zeri (1973, p. 27).
Bibliografia
Franceschini, 1910, p. 436 (Giambattista Tiepolo); Ongaro, 1910, p. 28 (Giandomenico Tiepolo); Sack, 1910, p. 184; Ongaro, 1912, p. 55 (Giandomenico Tiepolo); Rumor, 1914, pp. 136-137 (Giandomenico Tiepolo); Bortolan-Rumor, 1919, p. 152 (Giandomenico Tiepolo); Arslan, 1934, p. 18; Peronato, 1937, p. 72 (Giandomenico Tiepolo); Fasolo, 1940, p. 120, cat. 108; Lorenzetti, in Mostra… 1951, p. 56, [cat. 42-43]; Morassi, 1962, p. 13; Rizzi, in Mostra…, 1971, p. 69, [cat. 36]; Knox, 1980, I, p. 323, P. 314 (Giandomenico Tiepolo); Rigon, in Museo ritrovato…, 1986, pp. 148-149, cat. B48; Barbieri, 1995, p. 114; Whistler, in Giambattista Tiepolo…, 1996, p. 219, nota 10.
Esposizioni
Vicenza, 1986, pp. 148-149, cat. B48