Cristo tra i dottori
Autore | Francesco Aviani |
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Periodo | (Venezia 1662 - Vicenza 1715) |
Datazione | 1710 - 1715 |
Supporto | Tela, 102x118,5 |
Inventario | A 65 |
Come nell’altro dipinto di Aviani, il Paesaggio con Lazzaro e il ricco Epulone, i personaggi sono relegati al ruolo di comparse entro monumentali scenografie che occupano interamente solo un lato dello spazio pittorico, lasciando invece libero l’altro riservato alla natura.
L'autore colloca il piccolo Gesù che istruisce i sapienti sotto un grande portico cinquecentesco, aprendo il campo pittorico sul lontano paesaggio. Rispetto al primo, questo secondo “capriccio” rivela un’impaginazione semplificata e una stesura coloristica meno vivida. Entrambi evidenziano, comunque, le capacità vedutistiche di Aviani, che coniuga l’abilità prospettico-scenografica con la suggestione delle rovine.
Descrizione figurativa
Come nell'altro dipinto di Francesco Aviani (1662-1715) "Paesaggio con Lazzaro ed il ricco Epulone", l'elemento che maggiormente si prende la scena in questi "capricci" sono le imponenti strutture architettoniche, che relegano in secondo piano il soggetto stesso dell'opera. In questo caso la disputa di Gesù fra i dottori è collocata sotto un grande portico cinquecentesco, aperto sul fondo ad un lontano paesaggio; la parte destra del dipinto e totalmente riservata ad una veduta panoramica con alberi ed arbusti in primo piano e una lontana visione di una cittadina murata sullo sfondo. Entrambi i dipinti dell'Aviani evidenziano la sue capacità vedutistiche, in cui l'abilità prospettico-scenografica ben si coniuga con la suggestione delle rovine.
Descrizione audio
Cartellini
su carta bianca, a stampa con inchiostro nero stemma della città di Vicenza MUSEI CIVICI DI VICENZA/ N. e con penna ad inchiostro nero A 65/ FRANCESCO AVIATI/ (Inv. 65)/ Cristo tra i dottori/ olio su tela/ 102,5x113cm. Paesaggio con Cristo fra i dottori
Provenienza
legato Paolina Porto Godi, Vicenza 1825-1831
Inventari
1826: 26. Camera a mattina sopra la corte. Architetture. Aviani vicentino. Lire 16; 1831: 117. Camera della sezione seconda respicente la Piazza grande. Aviani vicentino. Architettura. Galleria Porto, n. 4321 del 1826, 81; [1873]: Stanza a mattina di prospettive, paese ed animali, parete II, opposta alle finestre, 25. Aviani vicentino nato circa il 1560. Paesaggio storiato della pesca miracolosa; 1873b: c. 2, 19 (25). Francesco Aviani. Paesaggio con prospettiva dall’interno di antico tempio; 1902: c. 93, 425 (451). 17. Paesaggio e prospettiva. Tela [depennato ad olio]. Alto 1.15, largo 0.98. Francesco Aviani. Buono. Non buona; 1907: c. 45, (451). Francesco Aviani. Paesaggio con prospettiva. Tela, 1.15x0.98; 1908: 451 (65). Aviani Francesco vicentino. Paesaggio con prospettiva. Cristo fra i dottori (tela, 1.15x0.98). Si trova nel 1908 nella prima stanza a destra. Nel 1873 era nella stanza dei paesaggi al n. 25 col titolo: Paesaggio con prospettiva dell’interno di antico tempio. Proviene dal legato Paolina Porto Godi del 1826 col n. 26; 1910-1912: 65 (72). Numerazione vecchia: 451 numerazione della Commissione d’inchiesta 1908; 25 catalogo 1873; 26 n. del legato; 65 catalogo 1912; 65 catalogo 1940; 65 catalogo 1950. Provenienza: legato Paolina Porto Godi 1826. Collocazione: sala Fantoni. Forma e incorniciatura: rettangolare con cornice dorata. Dimensioni: 1.15x0.98; inventario 1950 1.04x1.17. Materia e colore: tela ad olio. Descrizione: Cristo fra i dottori. Autore: Francesco Aviani; catalogo 1912 Aviani Francesco; catalogo 1940 Aviani Francesco; inventario 1950 Aviani Francesco.
Descrizione tecnica
Forse identificabile con una delle Architetture erroneamente assegnate a “Viviani” nell’inventario della collezione dei nobili Vajenti detti Marzari successivamente passata alla famiglia Porto Godi Pigafetta e quindi al Museo di Vicenza (Trissino, ms. secolo XIX, 3158, IV, c.?).
Nel 1962 Barbieri notava che i guasti subiti, ma forse anche “una meno brillante facilità inventiva” rendevano questo dipinto e il Paesaggio con la pesca miracolosa (cat. 336 A 66) “più macchinosi e stentati” (p. 11, cat. 65) rispetto al Paesaggio con Lazzaro e il ricco Epulone (cat. 334 A 64). I tre dipinti presentano tuttavia caratteri comuni, in particolare il medesimo schema compositivo. La scena appare infatti suddivisa in due parti, una riservata allo scenografico portico architettonico, una aperta su un tipico paesaggio veneto, popolato di architetture, ruderi e alte betulle dal tronco argentato. Gli alberi costituiscono una quinta che chiude la scena a sinistra. Al centro il paesaggio giunge fino ad un monte alle cui falde si stende un borgo antico. Benché tutta la parte paesaggistica appaia più fusa, trattata a pennellate meno evidenti che nell’opera alla scheda precedente, l’adozione del medesimo lessico paesaggistico sgombra il campo da qualunque perplessità attributiva. Sono infatti assolutamente tipiche di Aviani le architetture, realmente presenti nella campagna veneta, e le alberature, trattate a pennellate minute, così come il fiume, che scende da sinistra con dolci cascatelle, appare addirittura impostato esattamente come nel Paesaggio con Lazzaro e il ricco Epulone.
A destra si staglia l’imponente e scenografica architettura, di veronesiana memoria, in cui si configura la probabile formazione di Aviani nell’ambito del quadraturismo emiliano. Le imprese decorative a tutt’oggi conservate e leggibili, come gli affreschi che decorano la sala della musica di Villa Pigafetta a Montruglio, rivelano infatti chiaramente un tirocinio del pittore nell’ambito della scenografia teatrale. Le innegabili reminiscenze veronesiane appaiono ripropoposte in una interpretazione moderna che coniuga insieme l'esperienza quadraturista con spunti del rovinismo ghisolfiano, ravvisabili sopratutto nel rapporto di grandezza tra le figure e l'ambinete in una certa qual cadenza classica delle stesse (Busiri Vici, 1992, ill. 13-14, 40). Quanto al soggetto proposto, la predica di Gesù davanti ai dottori nel Tempio di Gerusalemme, va notato che, essendo un episodio evangelico che si prestava bene all'ambientazione prospettica, era stato trattato in più di una occasione anche da Giovanni Antonio Fumiani, grande interprete del calssicismo veronesiano in chiave scenografica e barocca, attivo anche a Vicenza nel settimo decennio del seicento (Binotto, 1980, p.98). Si vedano ad esempio le analogie nella figura di Cristo che parla ai dottori nel dipinto di Aviani e in quello omonimo di Fumiani di collezione privata fiorentina (Pallucchini, 1981, II, ill. 1019). Forse la necessità, evidente in Aviani, di guustificare la scelta paesaggistica con l'inserimento di un episodio religioso, potrebbe essere collegata all'esempio di artisti come Fumiani. Un altro tassello nell'individuazione delle componenti stilistiche presenti in queste interessanti vedute, uniche rappresentative della corrente prospettico quadraturistica a Vicenza nel settecento, è costituito dai caratteri vagamente "carpioneschi" di alcune tipologie di sacerdoti con il turbante, filtrsti però attraverso il naturalismo tenebroso di artisti come Cristoforo Menarola, Giuseppe Tomasini o Antonio De Pieri, presso il quale Aviani aveva forse ricevuto i primi insegnamenti ( Magagnato, in Barbieri-Cevese-Magagnato, 1953, p. 100; Barbieri, 1962). La fisionomia del sacerdote all'estrema sinistra, con il volto allungato, leggermente inclinato verso l'alto sembrerebbe denunciare qualche tangenza con i modi di Tomasini. Non è possibile proporre una datazione per tale dipinto, uttavi alcuni particolari, come gli stenardi svolazzanti appesi al soffitto del porticato e i rustici edifici del villaggio sotto il monte, presenti anche negli affreschi di Montruglio datati 1714, indurrebbero a collocare l'opera in esame in un'epoca non distante da tale impresa decorativa. La maniera più fusa e sommaria, meno definita, che contraddistingue quest'opera può suggerire di datarne l'esecuzione in un momento precedente, entro il primo decennio del secolo XVIII.