San Vincenzo con il modellino della città di Vicenza

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AutoreFrancesco Maffei
Periodo(Vicenza 1605? - Padova 1660)
Datazione1635 - 1639
SupportoTela, 120 x 133,5
InventarioA 740
Autore della schedaPaola Rossi

La tela venne dipinta da Francesco Maffei nella seconda metà del terzo decennio del Seicento. È l’opera di un artista giovane ancora fortemente influenzato dalla pittura dei Maganza, ma che ha già cominciato a sviluppare un proprio personale linguaggio, caratterizzato dalla pennellata sciolta e dalle cromie delicate accese da lampi di luce.

San Vicenzo, protettore della città di Vicenza, è qui raffigurato secondo un’iconografia particolarmente diffusa: è presentato come un santo militante che incede con passo sicuro e determinato portando il vessillo della città. Il santo tiene tra le mani un modellino di Vicenza (di cui si possono riconoscere gli edifici più importanti), che vuole ricordare un analogo esemplare ligneo, rivestito d’argento, donato come offerta votiva al santuario di Monte Berico dopo la pestilenza del 1576-1577 e andato distrutto durante un incendio nel 1797. L’iscrizione nella parte bassa della tela riporta le seguenti parole latine: Aeris publici administratores/ rationes reddunto/ idq. Octumviri ex lege curanto e si riferisce agli Ottumviri, cioè agli otto magistrati cittadini preposti ad importanti compiti nell’esercizio del potere.

Il soggetto del dipinto e le parole dell’iscrizione fanno pensare ad una destinazione pubblica dell’opera, al punto che è stata avanzata l’ipotesi che la tela fosse collocata in origine nella Camera dei deputati nel Palazzo del Podestà della città di Vicenza.

Iscrizioni

in basso: AERIS PVBLICI ADMINISTRATORES/ RATIONES REDDVNTO/ IDQ. OCTVMVIRI EX LEGE CVRANTO.

Provenienza

Vicenza, ... (Buffetti, 1779, p. 13); in Municipio dal 1955

Restauri

1954, Orazio Celeghin; 1976, Giuseppe Giovanni Pedrocco

Inventari

1831: 38. Camerino d’ingresso alla precedente. Maganza. San Vincenzo colla città di Vicenza in mano. Antica comunale, vedi Descrizione delle pitture di Vicenza, 1779, per Mosca, parte seconda carte 13; [post1834]: 391. Maganza. San Vincenzo con la città di Vicenza, 366; 1854: 366. Maganza. San Vincenzo colla città di Vicenza; 1910-1912: 740, aggiunta 1954. In municipio. Numerazione vecchia: 740 inventario 1950. Provenienza: acquisto del Museo 1954. Forma e incorniciatura: rettangolare. Dimensioni: 1.35x1.19. Materia e colore: tela dipinta ad olio. Conservazione e restauri: il dipinto viene ripulito, rifoderato e teso su nuovo telaio nel 1954 (prof. Orazio Celeghin); nel 1976 restaurato dal prof. Pedrocco. Descrizione: San Vincenzo che presenta Vicenza sopra un vassoio. Autore: 1954 maniera di Palma il Giovane; 1955 Francesco Maffei opera giovanile (attribuzione di Franco Barbieri risultato che prese G. Fiocco e N. Ivanoff). Bibliografia: M. Boschini, I gioieli pitoreschi della città di Vicenza, Venezia 1676 p. 23 ricorda che il dipinto trovavasi nella camera dei deputati, del vecchio palazzo podestarile, attribuzione ad Alessandro Maganza. Iconografia: foto Alinari (Venezia) CN 6250 (Maffei F.).

Descrizione tecnica

Nel luglio del 1903 furono concessi in deposito a monsignor Giovanni Viviani, direttore del Collegio Farina, presso la Casa Madre delle Suore Dorotee 24 dipinti di proprietà museale. Nel corso di una ricognizione, effettuata dal Conservatore del Museo civico, Franco Barbieri, nel maggio 1956, si constatò la perdita di 15 dipinti, risarciti dalle Suore con altrettante opere provenienti dalla loro personale collezione. Con l’occasione si dotarono i dipinti del necessario numero inventariale, senza tuttavia provvedere al loro rientro a palazzo Chiericati, che avvenne soltanto nel 1991. Questa tela in particolare però, dopo essere stata prestata nel 1903, nel sopralluogo del 1956 viene riscontrata come già restituita l’anno precedente per essere collocata presso la sede municipale, dove ancora si conserva (MCVi, Verbale ricognizione prestito Suore Dorotee, prot. 144, 1956, mag. 1, al n. “VIII. Francesco Maffei. San Vicenzo che porta Vicenza sopra un piatto (n. 16 della nota Viviani), tela già restituita da un anno al civico Museo ed ora nella residenza municipale, sala di giunta, A 740”).

Il dipinto, segnalato dapprima da Cevese (1954) come opera eseguita in collaborazione da Giambattista e Alessandro Maganza, quindi, in una fase ancora di studio, da Barbieri (in Notizie…acquisti…,1954) che, con riferimento all’opinione di Cevese e a quella, orale, di Ivanoff in favore di Jacopo Palma il Giovane, lasciava il problema attributivo aperto tra quest’ultimo pittore e i due Maganza, fu assegnato da Barbieri stesso, in un successivo intervento (in Notizie…Ancora…,1954), al periodo giovanile (1620-1630) di Maffei, tenuto conto, in particolare, della vicinanza stilistica con opere del pittore quali la Morte di San Gaetano della chiesa di Santo Stefano di Vicenza e San Nicola e l’angelo (1626) dell’oratorio di San Nicola della medesima città. Il margine di dubbio, che in tale occasione accompagnava l’attribuzione, venne sciolto dallo studioso in un terzo intervento (in Il Maffei…,1955). Da allora il nome di Maffei è stato accolto dalla critica, a parte le due voci discordi della Ballarin (in Capolavori…,1977) e della Copeland Brownell (1978) che propendono per l’assegnazione a Andrea Vicentino.

Il forte accento maganzesco dell’opera e i convincenti termini di confronto indicati da Barbieri2 (1954) e Barbieri1(1955) confermano l’assegnazione a una fase giovanile dell’artista, collocata dalla scrivente (1991) nella seconda metà del terzo decennio, in un momento in cui il linguaggio dell’artista, rispetto alle sue prime opere, appare già più sciolto nella pennellata mentre alcuni timbri cromatici - rosa, rossi, qualche tocco di giallo - e il guizzare delle lumeggiature, lasciano intuire, pur all’interno di una fase ancora formativa, l’incipiente maturazione.

La scritta leggibile sotto l’immagine del Santo, che fa riferimento agli Ottumviri - gli otto magistrati cui erano affidate importanti mansioni nell’esercizio del potere (Franzina, 1980, pp. 326-327) - attesta la destinazione pubblica della tela che anche nell’iconografia è legata a una raffigurazione tradizionale e diffusa. San Vincenzo, protettore della città berica, ne regge in un vassoio il modello che, secondo Barbieri (in Andrea Palladio…,1980), dovrebbe essere la riproduzione di quello di legno, rivestito d’argento (andato distrutto nel 1797 ma ricostruibile in base a testimonianze iconografiche e documentarie) già nella basilica di Monte Berico alla quale era stato dato come offerta votiva dopo la peste del 1576-1577.

“San Vincenzo, con il modello della città di Vicenza” era il soggetto di un dipinto (perduto) di Alessandro Maganza, ricordato da Boschini (1676, p. 26) nella “Camera” dei “Signori Deputati” del palazzo vicentino del podestà, per il quale si è pensato (Barbieri1, 2, 1955; Ivanoff, in Catalogo…, 1956) ad un’identificazione con la tela in oggetto ipotizzando un errore del Boschini nell’attribuzione. In mancanza di notizie sull’ubicazione originaria dell’opera, considerato che il dipinto citato da Boschini può essere quello pagato ad Alessandro Maganza il 26 novembre 1588 (Lodi, 1965, p. 111; Rossi, 1991), non si può escludere la possibilità di errore nella citazione del Boschini - però di solito molto preciso - motivato da un’eventuale sostituzione del San Vincenzo del Maganza, magari gravemente deperito, con la tela di Maffei, che comunque dovette tenere presente tale prototipo iconografico.

Bibliografia

Barbieri2, 1954, pp. 41-43; Barbieri3, 1954, pp. 39-41; Cevese, 1954, p. 35 (Giambattista e Alessandro Maganza); Barbieri1, 1955, p. 8; Barbieri2, 1955, pp. 213-215; Honour, 1956, p. 120; Ivanoff, in Catalogo…, 1956, p. 19, cat. 1; Magagnato, 1956, pp. 246-247; Fenyö, 1957, pp. 67-68; Rava, 1957, p. 49; Pilo2, 1961, p. 390; Pilo, in Donzelli-Pilo, 1967, pp. 253, 257; Barbieri, 1973, p. 14; Burns, in Andrea Palladio…, 1975, p. 13, cat. 1; Ballarin An., 1977, p. 10 (Francesco Maffei?); Copeland Brownell, 1978, pp. 18, 25 nota 4, pp. 225-226, cat. 217 (forse Andrea Vicentino); Barbieri, in Andrea Palladio…, 1980, p. 164; Barbieri, in Oggetti sacri… 1980, p. 56; Pallucchini, 1981, p. 186; Meijer, 1984, pp. 477, 479, nota 6; Rossi, 1991, pp. 131-132, cat. 164; Rigoni, in Capolavori…, 1998, p. 85, cat. 30; Villa, in Palazzo Chiericati…, 2004, p. 32.

Esposizioni

Vicenza, 1956, p. 19, cat. 1; Londra, 1975, p. 13, cat. 1; Kiev, 1998, p. 85, cat. 30.

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