Testa di mercante
Autore | Giandomenico Tiepolo |
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Periodo | (Venezia 1727-1804) |
Supporto | tela, 55x45 cm |
Inventario | A 1301 |
Autore della scheda | Maria Elisa Avagnina |
Già in collezione Foresti a Milano, l'opera è stata acquistata nel 1941 da Antonio Roi, per il tramite di Giulio Favalli ed Ester Perecini per la somma di 19.000 lire. Passata, alla morte dello zio Antonio avvenuta il 26 novembre 1960, in proprietà del nipote Giuseppe Roi, suo erede universale, costituisce uno dei pezzi di maggior rilievo della raccolta.
Ascrivibile al genere delle teste di fantasia, apprezzatissimo dai contemporanei, il dipinto rientra nella nutrita serie di tele di analogo soggetto e simili dimensioni prodotte dalla bottega dei Tiepolo e tradizionalmente assegnate a Giambattista, ma la cui attribuzione, datazione e interpretazione continuano a dividere gli specialisti. Alla stessa produzione appartiene inolte la Raccolta di Teste all'acquaforte eseguite da Giandomenico, tratte in genere da prototipi paterni, pubblicata in due volumi tra il 1773 e il 1774, ma gia in lavorazione nell'autunno del 1757.
La Testa Roi è stata giudicata autografa di Giambattista da Eduard Sack (1911), Wilhelm Suida (1926), Giuseppe Fiacco (s.d) e Antonio Morassi (1941), come provano le expertise conservate nelle carte d'archivio pervenute al Museo insieme all'opera e riportate per esteso nella sezione "Archivio" della scheda. Con la medesima attribuzione il dipinto figura citato nella lettera di notifica della Soprintendenza alle Gallerie di Venezia in data 11 giugno 1941, convertita in decreto ministeriale di vincolo, in seguito ripetutamente rinnovato, il 18 aprile 1955, in ragione del rilevante interesse storico-artistico dell'opera. L'assegnazione a Giambattista è stata ufficialmente consacrata dalla mostra veneziana del 1951 dedicata al pittore, in occasione della quale Lorenzetti (in Mostra delTiepolo, 1951, pp. 96-97, cat. 73) ha riconosciuto nella tela vicentina una delle migliori versioni di un tema piu volte trattato dall'artista, datandola al decennio 1740-1750, assegnazione successivamente confermata da Anna Pallucchini (1968, p. 121, cat. 226), pur con una posticipazione di data al 1755.
Passato sotto silenzio da Adriano Mariuz nel suo studio su Giandomenico (1971), il dipinto è stato invece riferito proprio al maggiore dei figli di Tiepolo da George Knox (in Domenico Tiepolo..., 1970; 1975), avanzando l'ipotesi che questo possa essere un modello per la stessa versione all'acquaforte da lui eseguita e inserita nel primo dei due tomi della Raccolta di Teste al numero 15. L'attribuzione è ripresa da Aldo Rizzi (in Mostra del Tiepolo, 1971) e da Dario Succi (in I Tiepolo..., 1988) che, pubblicando un'acquaforte terzo stato di Giandomenico, dello stesso soggetto, fa riferimento a "un paio di versioni su tela, di cui la più importante è quella nella collezione Roi di Vicenza'', per la quale conferma l'assegnazione allo stesso Giandomenico. Su una linea di circostanziata ma prudente lettura, senza sbilanciarsi tra padre e figlio, si mantiene Fernando Rigon (in I Tiepolo... , 1990, pp. 76-77, cat. 16), mentre la monografia su Giambattista Tiepolo di Massimo Gemin e Filippo Pedrocco (1993, p. 513, cat. 67), torna ad assegnarlo al figlio Giandomenico, come pure il catalogo della mostra Lorenzo Tiepolo e il suo tempo, in cui l'opera figura esposta (1997, p. 60).
In tempi più recenti la Testa Roi ha avuto una proposta di attribuzione a Giuseppe Bernardino Bison (De Grassi, 1997, PP· 348 e 387 nota 6).
Presso il Wurzburg Mainfrainkisches Museum si conserva una versione del dipinto attribuita a Lorenzo Tiepolo (Lorenzo Tiepolo..., 1997, p. 76), in controparte rispetto all'esemplare Roi.
Generalmente indicata come Testa di orientale o Testa di vecchio con libro, la tela sembra in realtà raffigurare più propriamente un mercante, come peraltro già indicato in alcuni passi della documentazione sopra riportata (lacerto di una frammentaria etichetta applicata sul retro del telaio e passo della corrispondenza intercorsa tra Antonio Roi e il sindaco di Venezia Giambattista Gianquinto in occasione del prestito del dipinto alla mostra del 1951), probabilmente ebreo, come sembrano suggerire i caratteri fisionomici e i particolari dell'abbigliamento. L'età matura, ma non avanzata del personaggio, caratterizzato da una folta e incolta barba rossiccia, lo sguardo scaltro e pungente, anche se non diretto, e l'inconsueto copricapo formato da una sciarpa drappeggiata che richiama nelle frange delle estremità e nel particolare della decorazione azzurra a motivi romboidali il tallit giudaico, autorizzano la supposizione.
Sul piano dello stile, la fisionomia furbesca e quasi plebea del soggetto e certa vivacità macchiettistica del personaggio indirizzano plausibilmente verso la prosaicità del linguaggio di Giandomenico, lontana dal tono più aulico che i prototipi paterni mantengono pur all'interno di questa produzione di genere; così come, dal punto di vista pittorico, la pennellata confusa e aggrovigliata e il colore denso e acceso rispetto al colpeggiare regolare e franco e alla trasparenza della tavolozza del padre.
Iscrizioni
sul retro, etichetta XXV. Biennale lnternazionale d'arte / di Venezia - 1950 / 234, etichetta dattiloscritta [IL ME]RCAN[TE] e nota manoscritta [E] 42
Provenienza
Milano, Collezione Carlo Foresti, ante 1941; acquisto Antonio Roi, 1941; ereditato da Giuseppe Roi, 1961
Restauri
2012, Francesca Faleschini
Inventari
Archivio:
- Raccoglitore 3, foto 1 prima parte: "G.B. Tiepolo (olio) / «Testa di mercante orientale» / 20 mil. (era di Antonio Roi)". Due foco a colori (Montegalda).
- Busta con expertise manoscritta da Eduard Sack datata Hamburg, 27 ["Januari"] 1911. Un foglio manoscritto a matita riporta il riassunto dell'expertise: "Si tratta d'un duplicato / d'un lavoro di Tiepolo / l'originale è a Würzburg / ma giudicando dalla / foto, deve essere un / lavoro eseguito più / [esattamente] del quadro / di Würzburg, e la/ testa è presa dalla parte / opposta di questo quadro".
- Foto seppia, sul verso nota manoscritta in tedesco firmata "Wilhelm Suida" con attribuzione a Giambattista Tiepolo datata Vienna 1926 e indicazione "Lot. 20".
- Lettera manoscritta: "Gentilissima Signorina Ester Perecini / le confe rmo che come dettole a voce, e come da lettera / da me datale in visione i due quadri rappresentanti / uno Testa di Vecchio attribuito al Moroni G.B. e l'altro Busto di Uomo con barba attribuito al / Tiepolo mi sono stati consegnati dal Comm. / Carlo Foresti. / Per le altre cose l'attendo giovedl ed per tanto / passo a salutarla distintamente / Favalli Giulio / 3 marzo 1941 XIX".
- Ricevuta di pagamento dell'8 marzo 1941 di 10.000 lire, quale caparra versata da Antonio Roi a Giulio Favalli per l'acquisto del quadro.
- Ricevuta di pagamento datata "Verona 25 marzo 1941 XIX" di 9000 lire, quale saldo versato da Antonio Roi a Giulio Favalli per l'acquisco del quadro.
- Leccera manoscritta: "Milano, 25/III / Gentilissimo Marchese, / ho esaminato i quadri / portatimi per V. incarico dalla sig.na Pericini. / Ricordo ottimamente la testa di / vecchio del Tiepolo, che riconosco come / quella da me a suo tempo "espertizzata". / (il discorso verte su altri quadri) / Con i migliori saluti / Antonio Morassi". Vista la precedence lettera destinata alla Perecini, si presume che la lettera risalga al 25 marzo 1941.
Raccomandata del "Ministero dell'Educazione Nazionale - R. Soprinrendenza alle Gallerie ed alle opere d'arte" datata Venezia 11 giugno 1941 XIX, con notifica del dipinto di Giambattista Tiepolo gia in collezione "Comm. Carlo Foresri di Milano" e obbligo di comunicazione al suddetto istituto dei passaggi di proprieta dell'opera.
- Lettera su carta intestata "La Biennale di Venezia - il Segretario Generale" datata Venezia 20 febbraio 1951, dove Rodolfo Pallucchini risponde alla richiesta di Antonio Roi (non pervenuta) di porer esporre la tela di Tiepolo alla futura mostra veneziana. Segue risposta di Antonio Roi datata 27 Febbraio 1951 dove informa Pallucchini che gli invierà foto della tela.
- Raccomandata datata Venezia 3 aprile 1951, con richiesta di prestito dell'opera da parte del Comune di Venezia per la mostra monografica di Tiepolo tenurasi dal 3 giugno al 7 ottobre 1951 presso i Giardini della Biennale e Ca' Rezzonico. Segue lettera datata Venezia 23 aprile 1951 da parte del direttore della mosrra, Giulio Lorenzetti, con ringraziamenro ad Antonio Roi per aver accettato di prestare l'opera; concordata assicurazione per 2 milioni di lire. Segue espresso dell'amministrazione Roi del 12 novembre 1951, con allegati i due documenri (3 aprile 1951 e 23 aprile 1951) destinati a Giorgio Conte, Roma, che ne aveva richiesto le copie.
- Notifica del Ministero della Pubblica Istruzione ad Antonio Roi per la tela di Tiepolo, datata Roma 18 aprile 1955 e rinnovo del 2 maggio 1974.
- Comunicazione del "Ministero della Pubblica Istruzione - Soprintendenza alle Gallerie e alle opere d'arte" datata Venezia 30 gennaio 1974 con richiesta di notizie dell'opera da parte del soprintendente Giovanna Nepi. Segue comunicazione di Giuseppe Roi in data 21 febbraio 1974 in cui si comunica l'avvenuto passaggio in sua proprietà della tela di Tiepolo in quanto erede universale di Antonio Roi deceduto ii 26 novembre 1960.
- Comunicazione del "Ministero della Pubblica lstruzione - Soprintendenza alle Gallerie e alle opere d'arte" datata Venezia 28 maggio 1974 con rinnovo del vincolo dell'opera al marchese Giuseppe Roi, da parte del soprintendenre Francesco Valcanover.
- Comunicazione del "Ministero per i Beni Culturali e Ambientali - Soprintendenza per i beni artistici e storici" datata Venezia 3 giugno 1992 con rinnovo del vincolo dell'opera al marchese Giuseppe Roi, da parte del soprinrendente Filippa Aliberti Gaudioso e comunicazione del sopralluogo da concordare con ii funzionario di zona Maria Elisa Avagnina; note manoscritte di Giuseppe Roi darate 15 e 26 giugno attestano l'avvenuto sopralluogo.
- Corrispondenza e assicurazioni per il prestito dell'opera alla mostra Lorenzo Tiepolo e il suo tempo, Mestre, villa Ceresa, 1997.
- Expertise manoscritta non datata firmata da Giuseppe Fiacco, sul retro di una riproduzione fotografica: "Questa bellissimo busto di Orientale, / dipinto su tela di cm. 58 x 47,5 / giustamente riconosciuto dal Sack / è un'opera indubitabile e del / più smagliante valore di Giambattista / Tiepolo, del tempo di Würzburg. / G. Fiacco".
- Radiografia del dipinto divisa in due lastre, superiore e inferiore.
Bibliografia
Lorenzetti, in Mostra del Tiepolo, 1951, pp. 96-97, cat. 73; Pallucchini, 1968, p. 121, cat. 226; Knox, in Domenico Tiepolo..., 1970, I/15; Le acqueforti dei Tiepolo, 1970, cat. 172; Rizzi, in Mostra del Tiepolo, 1971, n.175; Knox, 1975, pp. 148, 155, fig. 38; Knox, 1976, n. 156; Giandomenico Tiepolo..., 1978, p. 75, n. 15; Succi, in / Tiepolo, 1988, p. 210; Rigon, in / Tiepolo..., 1990, pp. 76-77, cat. 16; Gemin-Pedrocco, 1993, p. 513, cat. 67; De Grassi, 1997, pp. 384 e 387 nota 6; Pedrocco, in Lorenzo Tiepolo..., 1997, pp. 60, 76. Esposizioni: Venezia, 1951, cat. 73; Vicenza, 1990, cat. 16; Mestre, 1997, p. 60.