I chirurghi, 1926
Autore | Ubaldo Oppi |
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Periodo | (Bologna 1889 - Vicenza 1942) |
Datazione | 1926 |
Supporto | olio su tela, 148x123 |
Inventario | A 695 |
Autore della scheda | Stefania Portinari |
Esposta per la prima volta nel febbraio 1927 alla sua personale presso la galleria Pesaro che assomma 39 opere, in coincidenza ad altre due esposizioni, la mostra di Italo Griselli e la "Mostra postuma del pittore Emilio Malerba", viene annoverata da Tullio Garbari in un nuovo tentativo di cercare un modus operandi lontano sia dalla "glacialità delle forme" che all'impeto dei sensi che avrebbe contraddistinto le opere precedenti. Michele Biancale, che nel dicembre 1926, anno di realizzazione dell'opera, pubblica per G. Scheiwiller la prima monografia dell'artista nella collana "Arte Moderna Italiana", giudica l'opera un quadro "incompiuto" in quanto da esso pare promanare una realtà lucida, fredda e nemica", criticando l'intento di "serrare in composizioni atroci" gli elementi in un unico blocco, collocando lo stile di Oppi tra una tensione realista e un decorativismo "da parete" legato all'affresco, mentre l'anno prima Ranzan Rohr aveva felicemente annoverato Oppi nella corrente del realismo magico citandolo nel volume Nach-Expressionismus. Magicher Realismus (1925) lo aveva collocato nel movimento "neoclassicista italiano".
Come annota Elena Pontiggia, l'artista dalla metà degli eventi si spira "alla fotografia", a un linguaggio oggettivo e nitido (Ubaldo Oppi, La stagione clasica, Milano 2002). Il soggetto del chirurgo, già eseguito tra 1918-1919 e probabilmente legato al periodo di guerra, tipico anche della nuova oggettività tedesca ma dipinto come figura solitaria, responsabile di decisioni difficili e reso eroico dal suo compito, dai tratti scarnificati dei tratti e accompagnato dagli attributi del camice e della sigaretta stretta tra le dita, divenne un simbolo di esattezza e concentrazione ma anche di uno stile artistico "tagliente" e "affilato" sia nel disegno che nel contenuto. Sebbene il personaggio di destra de I chirurghi del 1926 regga la sigaretta con lo stesso gesto della figura del 1918-19 e sia effigiato con il medesimo atteggiamento, con la fronte corrugata, quest'opera risente maggiormente di un clima da Novecento Italiano in cui le architetture del porticato hanno una suggestione metafisica e diviene una sorta di "sacra conversazione, in cui peraltro nessuno parla" con personaggi stagliati alla Piero della Francesca, che assumono un significato misterioso. La stessa Pontiggia, avvicinandolo a Ingegnere meccanico dello stesso periodo ne ipotizza una trasfigurazione che indica una dichiarazione di poetica anti-emotiva riconducendolo a un topos di raffigurazione, come per i ritratti di architetto, dopelganger della figura dell'artista-creatore.
Iscrizioni
firmato e datato in basso a sinistra: Ubaldo Oppi 26
Provenienza
dono Antonio Roi, 1947
Restauri
F. Faleschini, 2011
Bibliografia
M. Biancale, Ubaldo Oppi, Milano 1926, pp. 11-12; G. Menato, Le arti figurative del novecento fino agli anni sessanta, in Storia di Vicenza, a cura di F. Baribieri e P. Preto, Vicenza 1989, p. 142, tav.VIII; G. di Genova, Storia dell'arte italiana del '900. generazione maestri storici vol. II, Bologna 1994, p. 832; Ubaldo Oppi, La stagione classica, catalogo della mostra a cura di E. Pontiggia (MIlano, galleria Claudia Gian Ferrari e Amedeo Porro), Milano 2002, n. 27, pp. 90-91; S. Portinari, Vicenza, in La pittura nel Veneto. Il Novecento, a cura di G. Pavanello, N. Stringa, Milano 2006, p. 2558, tav. 268 p. 260
Esposizioni
T. Garbari, Mostra individuale del pittore Ubaldo Oppi, dello scultore Italo Griselli e Mostra postuma del pittore Emilio Malerba, catalogo della mostra (Milano, galleria Pesaro), Milano 1927, n. 10, p. 11; Mostra di Ubaldo Oppi, catalogo della mostra a cura di L. Magagnato (Vicenza, Museo Civico), Vicenza 1969, tav. 96, n. 126; La metafisica: gli anni Venti, catalogo della mostra a cura di R. Barilli, F. Solomi, Bologna 1980, p. 115-139; Les Realismes 1919-1939, catalogo della mostra a cura di P. Hulten, J. Clair, (Parigi, Centre Pompidou), Parigi 1980; Momenti d'arte a Vicenza 1900/1930, catalogo della mostra a cura di M. Albanese e N. Pozza, galleria Albanesearte, Vicenza 1984, tav. s.p.;La pittura di Ubaldo Oppi, catalogo della mostra (Vicenza, AlbaneseArte), Vicenza 1988, tav. 35, s.p.;Il lascito di Neri Pozza per un museo d'arte contemporanea a Vicenza, catalogo della mostra a cura di G. Mazzariol, F. Rigon, scheda B. Rigon (Vicenza, basilica palladiana), Milano 1989, p. 26; La pittura a Vicenza dagli anni di Cà Pesaro alla Nuova Oggettività 1905-1940, catalogo della mostra a cura di L. M. Barbero (Modena, Fondazione Cassa di Risparmio), Venezia 1999; L'eroe borghese. Temi e figure da Schiele a Warhol, catalogo della mostra a cura di W. Gaudagnini, F. Gualdoni (Rocca di Vignola, Palazzina dei Giardini), scheda G. Roganti, Milano 2000, n. 33, p. 152; W. Schmied, Der Kühle Blick. realismus der zwanziger Jahre (Monaco., Kunsthalle), Monaco 2001, p. 254.