Frammenti di un polittico raffiguranti: Sant'Antonio; Sant'Eufemia; San Fortunato; San Carpoforo
Autore | Battista da Vicenza |
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Periodo | Vicenza 1375? - 1438 |
Datazione | 1410 - 1412 |
Supporto | tavola 17x22;17x22;16,5x21,5;16x20,7 |
Inventario | A 19 |

Le sedici tavolette, quattordici con buati di santi, due con le figure dell'Addolorata e di san Giovanni Evangelista, destinate presumibilmente alla cuspide con la Crocefissione, furono acquistate dal museo nel 1849. Le tavole costituivano all'epoca il registro superiore e la pedrella di un grande composito polittico, racchiuso entro una cornice di gusto neogotico, recante al centro la Dormitio Virginis tra san Francesco e sant'Antonio, opera di Paolo Veneziano proveniente dalla chiesa vicentina di San Lorenzo, oggi al museo. Per le vicende relative all'assemblaggio delle tavole di Paolo e di Battista, al loro arrivo al museo e al successivo smembramento, si veda la scheda di catalogo 1 (A 157).
Già Leonardo Trissino nel 1820 aveva intuito il divario qualitativo tra gli scomparti centrali e le tavolette in esame che furono attribuite solo più tardi da Crowe Cavalcaselle (1887) a Battista da Vicenza sulla base delle affinità rilevate con il polittico della badia vicentina di Sant'Agostino (1404), caposaldo e prima opera datatadel maestro vicentino. L'attribuzione è condivisa da tutta la critica successiva che è propensa a collocare questo omogeneo nucleo di dipinti nella fase più precoce dell'attività di Battista. Barbieri (1962) riteneva anzi che la serie di tavolette fosse da considerare il documento più antico tra le opere conosciute di Battista, da datarsi ancore entro il trecento. Lo studioso sottolinea le evidenti inflessioni veneziane tardo trecentesche, probabile riflesso dell'educazione impartita a Battista del padre Luca da Vicenza, ma soprattutto frutto della suggestione derivata da importate opere di matrice lagunare presenti in città. In particolare il polittico dei Proti dipinto da Lorenzo Veneziano nel 1366 per la cattedrale vicentina e la perduta ancora di Jacobello di Bonomo (1375) per la chiesa di San Michele. La critica che più recentemente, a partire da Lucco3 (1992), ha affrontato il complesso problema della cronologia delle opere del maestro vicentino, è concorde nel riferire le tavolettea una fase precoce dell'attività di Battista, ma ritiene tuttavia con ragione che esse vadano collocate almeno in prossimità del polittico di Sant'Agostino (1404), quindi intorno alla metà del primo decennio del quattrocento. Su una datazione più avanzata si è allineato di recente anche Barbieri (1995), che propone di collocare la serie di dipinti in anni forse troppo maturi, intorno al 1410-1412.
Le tavolette dovevano far parte in origine di un grande polittico smembrato, simile nel formato e nella misura d'insieme a quello di Sant'Agostino, e del quale secondo la ricostruzione di Vignola3 (1910) risulta perduto il registro mediano composto dallo scomparto centrale e da quelli laterali con figure intere. Secondo Barbieri3 (1953) la tavola centrale può essere forse identificata con la Madonna in trono con il Bambino del Museo (cat. 12 A 23) che sotto il rpofilo stilistico appartiene allo stesso momento esecutivo e a cui si rimanda in questa stessa sede. Si discostano da questa probabile ipotesi Crowe-Cavalcaselle (1887) secondo i quali le tavolette in esame potrebbero essere state aggiunte per adattare a una nuova collocazione il polittico di Paolo Veneziano, e Venturi (1907) per il quale non è da escludere le tavolette abbiano sostituito altre perdute, suggerendo dunque una provenienza dalla chiesa francescana di San Lorenzo.
Gran parte della critica ritiene invece che le tavolette siano le parti residue di un polittico smembrato la cui esecuzione spetta interamente a Battista da Vicenza, e accogliere la proposta avanzata da Vignola3 (1910) secondo il quale il polittico proviene da una cappella della cattedrale di Vicenza, distrutta nel 1575, che era dedicata ai santi patroni della città (Barbieri, 1962). L'ipotesi, non suffragata da dati documentari, è stata avanzata in considerazione della presenza, nelle tavole destinate alla pedrella, dei santi Leonzio, Carpoforo, Eufemia ed Innocenza, patroni di Vicenza. Questi santi per la verità sono piuttosto frequenti nell'iconografia vicentina, come lo sono i santi Antonio abate, Apollonia, Caterina, Cristoforo e Francesco raffiguranti in acune altre tavole, essendo tra i santi più diffusi e maggiormente venerati all'epoca. Possono invece costituire un indizio importante per individuare la provenienza del polittico le figure dipnte in tre tavolette di formato maggiore ove sono rappresentati san Benedetto, santa Scolastica e san Gallo, santi strettamente legati all'ordine benedettino. In particolare il culto di san Gallo, monaco dcell'ordine di origine nordica legato a san Colombano, risulta essere piuttosto raro in ambito venetoed è coltivato quasi esclusivamente in ambito benedettino. La presenza dei santi Felice e Fortunato in altre due tavolette del gruppo sembra confortare questa ipotesi e induce a proporre per questo frammentario polittico una provenienza della più importante basilica benedettina di Vicenza, quella appuinto dei santi Felice e Fortunato. Sebbene manchino dati documentatri, la proposta sembra trovare conferma indiretta nella notizia riportata da Boschini (1676, p.124) che ricorda sull'altar maggiore della chiesa vicentina una pala seicentesca con l'Incoronazione della Vergine e i santi Benedetto, Gregorio Magno e altro santo opportunamente identificato proprio come san Gallo (arslan, 1956, p.84).
Iscrizioni
A- al centro .S./ ANTONIUS; B- al centro .S./ EUFEMIA; C- al centro .S./ FO[...]; D- al centro .S./CARPO[...]
Cartellini
A- 1949-1950 N. 19A/ Battista da Vicenza/ Tavoletta con Antonio/ 17x22; B- 1949-1950 N. 19B/ Battista da Vicenza/ Tavoletta con [...]/ 17x22; C- 1949-1950 N. 19C/ Battista da Vicenza/Tavoletta con S. Fortunato/ 17x21,5; D- 1949-1950 N. 19D/ Battista da Vicenza/ Tavoletta con [...]/[...]
Provenienza
Vicenza, chiesa dei Santi Felice e Fortunato?; legato Alessandro Trissino, Vicenza 1849-1852 (vedi campo provenienza cat. 1)
Restauri
1910, Franco Steffanoni; 1948, Giuseppe Giovanni Pedrocco; 1986, Corest; 1998, Maria Beatrice Girotto