San Giovanni Battista
Autore | Orazio Marinali |
---|---|
Periodo | (Angarano 1643 - Vicenza 1720) |
Datazione | 1708 |
Inventario | S 271 |
Autore della scheda | Monica De Vincenti |
L'opera appartiene ad una coppia di terracotte.
Consultare anche Inv. S 270
Donate al Museo civico di Vicenza nel 1968 dalla famiglia Colbacchini, le due terracotte furono scolpite da Orazio Marinali nel 1708, come attesta la data incisa sulla statuetta di san Girolamo.
I due pezzi si presentano oggi come opere a carattere devozionale indipendenti l’una dall’altra, ciascuna dotata di un proprio supporto ligneo a superficie bronzea. È assai probabile, tuttavia, che in origine fossero state pensate dallo scultore bassanese per formare una coppia. Le due statuette furono probabilmente eseguite per fungere da modello a sculture di ignota collocazione.
L’artista, lavorando la terracotta, riesce a rendere con grande naturalismo i particolari anatomici delle figure e definisce con la medesima precisione anche i più piccoli dettagli: le ciocche dei capelli e le barbe, la criniera del leone di san Girolamo e il pelo dell’agnello del Battista. Mostra inoltre particolare cura e attenzione nel conferire espressività alle movenze e ai volti dei santi: sono “immagini pregne di uno spirito religioso autentico: san Girolamo suggerisce una sensazione di moto ascensionale nella tensione del corpo, nella postura delle membra, nella direzione del volto proteso nell’ascolto della parola di Dio; san Giovanni trasmette invece l’impressione contraria con la postura raccolta, il capo chino e le braccia ripiegate al petto, e sembra quasi sprofondare immerso nella propria meditazione” (De Vincenti).
Iscrizioni
sul retro dello spuntone di roccia su cui poggia il santo è incisa la cifra İ7 seguita da un punzone ovale con le lettere intrecciate OC
Provenienza
dono eredi Colbacchini, Vicenza 1968 (vedi capo provenienza cat. 79)
Inventari
[1954]: E II 343. Orazio Marinali. San Giovanni Battista, terracotta cm lunghezza 32, profondità 15, h 23.5. Dono eredi dott. Eugenio Colbacchini, giugno 1968 [a matita PXXII].
Descrizione tecnica
L'opera appartiene ad una coppia di terracotte.
Consultare anche Inv. S 270
Le terrecotte, rese note da Semenzato (1966) che per primo le assegnò al maestro bassanese, entrarono a far parte delle collezioni civiche vicentine nel 1968 quale dono della famiglia Colbacchini. I due santi furono probabilmente concepiti ed eseguiti per formare una coppia sin dall’origine, come lascerebbero supporre i non pochi elementi in comune: identità dimensionale, composizione analoga ma speculare, simile trattamento della superficie, medesimo stato di conservazione. Sebbene le due statuette si presentino ora quali opere indipendenti a carattere devozionale - provviste di basi lignee sagomate gemelle e caratterizzate da una superficie di color bronzato - con ogni probabilità esse rappresentano i modelli per sculture la cui ubicazione è a tutt’oggi ignota. In tal senso potrebbe risultare risolutiva la decifrazione del punzone ovale impresso sul retro dello spuntone di roccia su cui poggia il braccio sinistro di San Giovanni evangelista,che reca le lettere intrecciate OC, dall’esito confondibile, in effetti, col monogramma dello scultore bassanese (De Vincenti, in Orazio Marinali…, 2002). Non di rado, infatti, il committente siglava la superficie ancora morbida del modello da lui prescelto tra quelli presentati dallo scultore, in tal modo egli si assicurava che l’esito finale fosse conforme a quanto stabilito in fase progettuale.
L’alta qualità stilistica dei due pezzi manifesta i caratteri salienti della maturità di Orazio Marinali, coincidenti con la data impressa sulla statuetta di San Girolamo: il 1708. La tipologia maschile di San Giovanni Battista è la medesima adottata nella statuetta di analogo soggetto, egualmente conservata nel Museo vicentino (cat. 73 inv. S 151), databile al 1705 circa. È tuttavia rilevabile nell’opera in esame una maggiore ricchezza ed una resa più accurata di particolari descrittivi secondari: differenza che ritroviamo anche nel confronto tra il San Girolamo in esame e l’altra terracotta siglata da Orazio di analogo soggetto presente nelle collezioni civiche (cat. 78 inv. S 156).
Le due figure denotano la capacità del maestro bassanese di tradurre con sensibilità e verità l’anatomia umana e manifestano nel contempo l’attenzione non convenzionale ch’egli presta al dato espressivo. Si tratta, infatti, d’immagini pregne di uno spirito religioso autentico: San Girolamo suggerisce una sensazione di moto ascensionale nella tensione del corpo, nella postura delle membra, nella direzione del volto proteso nell’ascolto della parola di Dio; San Giovanni evangelista trasmette invece l’impressione contraria con la positura raccolta, il capo chino e le braccia ripiegate al petto, e sembra quasi sprofondare immerso nella propria meditazione.
Bibliografia
Semenzato, 1966, p. 99; Barbieri, 1995, p. 128; De Vincenti, in Orazio Marinali…, 2002, pp. 55-56, cat. 8.a-b
Esposizioni
Vicenza, 2002-2003, pp. 55-56, cat. 8a-8b.