Trionfo del Serenissimo che si avvia nel Bucintoro con tutto il Senato allo sposalizio del mare
Autore | Copia da Girolamo Pilotti (Venezia 1579ca. - 1639) |
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Periodo | (secolo XVIII) |
Supporto | Tela, 146x365,5 |
Inventario | A 244 |
Autore della scheda | Francesca Lodi |
Provenienza
legato Luigi Olivieri, Venezia 1880 (ASCVi, Comune di Vicenza, VIII, Museo, b. 10, fasc. “1880”, lettera del 1880, dic. 28, con cui il sindaco di Vicenza ringrazia Mariano Fogazzaro, presidente della Commissione alle cose patrie, per la conduzione encomiabile del trasporto da Venezia dei “quadri legati al Museo di Vicenza dal cavalier Luigi Olivieri”; inserto verbale di consegna del 1880, dic. 17, redatto in Venezia, da cui si evince che “i quadri legati al Municipio di Vicenza sono i seguenti: due quadri rappresentanti il Trionfo di Bacco, ritenuti del Tiziano; uno la Sacra famiglia ritenuto del Cagliari, uno la Madonna addolorata ritenuto di Carlo Dolci e gli altri: il Bucintoro, Cleopatra, Lucrezia Borgia ed una Cucina alemanna”)Restauri
1912, Franco Steffanoni (MCVi, Museo Civico, Verbali, reg. 2, verbale del 1912, feb. 18)Inventari
1902: c. 106, 481 (493). 31. La festa dello sposalizio del mare in Venezia. Tela ad olio. Alto 1.82, largo 3.60. Scuola veneta [corretto su veneziana]. Guasto. Buona. Legato Olivieri; 1907: c. 50, (493). Scuola veneta. La festa dello sposalizio del mare in Venezia. Tela, 1.82x3.60. Legato Olivieri; 1908: 493 (244). Scuola veneta. La festa dello sposalizio del mare a Venezia (tela, 1.82x3.60). Nel 1908 si trova nella seconda stanza a destra [sul margine destro compare la nota a matita: copia dell’Aliense]; 1910-1912: 244 (250). Numerazione vecchia: 493 numerazione Commissione d’inchiesta 1908; 481 catalogo 1902; 244 catalogo 1912; 244 inventario 1950. Provenienza: legato Olivieri. Collocazione: sala delle copie. Forma e incorniciatura: rettangolare con cornice dorata. Dimensioni: alto 1.82x3.60. Materia e colore: dipinto ad olio su tela. Confronti: vedi l’identica composizione a Venezia, Museo Correr dipinto dell’Aliense. Descrizione: Arrivo di Caterina Cornaro a Venezia (nel catalogo del 1902 era descritto come lo Sposalizio del mare); catalogo 1912 Ritorno della regina Cornaro; inventario 1950 Ritorno della regina Cornaro. Autore: scuola veneta; catalogo 1912 copia dall’Aliense; inventario 1950 copia cinquecentesca dall’Aliense.Descrizione tecnica
La tela riproduce in dimensioni ridotte il Trionfo del Serenissimo che si avvia nel Bucintoro con tutto il Senato allo sposalizio del mare, dal 1840 esposto al Museo Correr (Inv. n. 932; tela, m. 2.29x7.705), dipinto segnalato dal Boschini nella Sala dei Banchetti in Palazzo Ducale a Venezia come opera “veramente molto considerabile” di Girolamo Pilotti: “si vede il trionfo del Serenissimo, quando s’invia con tutto il Senato nel Bucintoro, vascello unico al mondo, e se ne va a sposare il mare, con l’anello di san Marco, in segno di dominio, ove vi concorre per corteggio, gran seguito di galee, bregantini, barche armate, peote, e d’ogni sorte di barche” (1674, p. 60). Si deve a Lino Moretti l’identificazione dell’autore e del soggetto del quadro (1983, p. 277), che in precedenza era tradizionalmente attribuito a Antonio Aliense con il titolo Sbarco a Venezia della regina di Cipro Caterina Cornaro (Mariacher, 1957, p. 224) (il soggetto della copia vicentina, peraltro, era già stato individuato negli inventari Minozzi, 1902, e Bortolan, 1908).
A differenza delle altre tele che decoravano la Sala dei Banchetti, evocanti le principali solennità della Repubblica veneziana, alcune conservate, altre riconoscibili nei disegni di Antonio Guardi, che liberamente le riproducono (Moretti, 1983, pp. 276-279; Morassi, 1984, pp. 31-37), ove le figure del Doge e dei dignitari appaiono ben evidenziate, nel dipinto in esame, ispirato alla festa dell’Ascensione (della “Sensa”), il potere dogale è rappresentato sullo sfondo, emblematicamente, dal Bucintoro, scortato da una miriade di imbarcazioni. I primi piani sono occupati da una folla animata di personaggi che suggeriscono la letizia della festa popolare: spicca per l’eleganza una dama, in cui si era creduto di ravvisare, appunto, Caterina Cornaro, colta nell’atto di sbarcare dalla scialuppa. A destra della scena si delinea il profilo della chiesa di San Nicolò; più lontano, sulla sinistra, quello di San Giorgio.
Il dipinto vicentino riproduce con fedeltà l’articolata costruzione spaziale e la complessa composizione scenografica dell’originale, assecondandone l’intento didascalico, documentario. Una certa esilità della linea, la schiaritura della tavolozza, pur nel sostanziale rispetto degli accordi cromatici-prevalgono tonalità madreperlacee, smorzate; i rosa e gli azzurri tendono a conferire alla città delineata sullo sfondo l’aspetto di una visione-indurrebbero a ritenere la copia eseguita nel XVIII secolo.