Ritratto di Isabella Thiene Valmarana
Autore | Girolamo Forni |
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Periodo | (Vicenza documentato dal 1558 - morto nel 1610) |
Datazione | 1594 |
Supporto | Tela, 114,8x97,4 |
Inventario | A 63 |
Autore della scheda | Francesca Lodi |
Descrizione figurativa
Ricco commerciante di legnami e pittore per diletto, al Forni venne riconosciuta la dote di "ritrarre al naturale gli huomini, tuttoch' egli non sia di professione nè habbi atteso giamai alla pittura" (Marzari, 1604).
Il dipinto è minuzioso per quanto riguarda l'immagine esteriore della persona ritratta: l'abito spagnoleggiante con corpetto a punta profilato da un grosso cordone dorato, il volto illuminato da una bianca gorgiera di lino, i capelli raccolti in un'alta pettinatura adorna di fiori, una grossa collana d'oro al collo, conclusa con un medaglione all'antica da cui pende una grossa perla.
Nonostante questo, però, il pittore non riesce a penetrare il segreto di quel volto reso un po' statico dalla posa.
Descrizione audio
Cartellini
s.d.1 N. 63/ Gir. Forni - Isabella Valmarana; 1946 N. 24900; 1949-1950 N. 63/ Girolamo Forni/ Isabella Valmarana Thiene/ tela 113x96; 1954 N. 8091; su carta gialla, a stampa con inchiostro nero e verde ARTS COUNCIL OF GREAT BRITAIN/ 105 Piccadilly London W1V OAU/ 01-629 9495/ exhibition Palladio/ cat. no. 5/ artist Girolamo Forni/ title Isabella Valmarana- Thiene (?)/ owner Museo Civico, Vicenza.
Provenienza
acquisto Comune di Vicenza, 4 dicembre 1864, mediante permuta di alcuni dipinti (MCVi, Museo, Registri dei protocolli, reg. 1, prot. n. 484 del 1864, 1864, dic. 4; ASCVi, Comune di Vicenza, VIII, Museo, b. 5, fasc. “1864”, lettera del 1864, nov. 28 con cui Antonio Magrini, presidente della civica Commissione alle cose patrie, chiede alla Congregazione municipale l’autorizzazione di acquistare un “ritratto in tela di Girolamo Forni” mediante la permuta dei dipinti di proprietà del Museo siglati con i nn. 45, 242, 258, 267, 279, 387. La permuta viene approvata)
Restauri
2010, Francesca Faleschini
Inventari
[1873]: Stanza dei ritratti, parete III, 54. Girolamo Forni vicentino pittore dilettante fioriva nel 1590. Una [corretto su un] giovane Valmarana; 1873a: c. 8, 54. Girolamo Forni. Ritratto di giovane dama della famiglia Valmarana; 1902: c. 68, 306. Vedi pag. 70. Ritratto di giovane donna della famiglia Valmarana. Tela ad olio. Alto 1.15, largo 0.90. Girolamo [corretto su Giacomo] Forni. Guasto. Buona. Acquisto della Commissione dal signor Genero [i campi relativi al soggetto, al supporto, alle misure e all’autore sono depennati]; c. 70; 1907: c. 36, 316 (314). Girolamo Forni. Nobile fanciulla della famiglia Valmarana. Tela; 1908: 314 (63). Girolamo Forni. Nobile fanciulla della famiglia Valmarana (tela). Nel 1908 si trova nella stanza dei ritratti. Nel 1873 si trovava nella stanza dei ritratti al n. 54 colle indicazioni: Girolamo Forni, Ritratto di giovane dama della famiglia Valmarana. Pervenne al Museo il 4 dicembre 1864 in cui si autorizzava la Commissione ad acquistare un ritratto in tela dipinto da Girolamo Forni nel secolo XVI, mediante permuta con alcuni dipinti di poco valore; 1910-1912: 63 (69). Numerazione vecchia: 314 numerazione della Commissione d’inchiesta 1908; 54 catalogo 1873; 63 catalogo 1912; 63 catalogo 1940; 63 inventario 1950. Provenienza: acquistato il 4 dicembre 1864 mediante permuta con alcuni dipinti. Collocazione: sala V dei vicentini. Forma e incorniciatura: rettangolare con cornice intagliata. Dimensioni: 1.14x0.95; catalogo 1912 0.95x1.14; catalogo 1940 0.55x1.14; inventario 1950 1.13x0.96. Materia e colore: tela ad olio. Descrizione: [depennato Ritratto di nobile fanciulla della famiglia Valmarana]; sopra un tavolo vicino è una mandola; Ritratto della contessa Isabella Valmarana, sposa al conte Lodovico Thiene. Autore: Girolamo Forni fine del [depennato secolo XVI]; catalogo 1912 Girolamo Forni; catalogo 1940 Girolamo Forni; inventario 1950 Girolamo Forni; per Berenson di Brusasorci. Bibliografia: Francesco Formenton, Memorie storiche di Vicenza, Vicenza 1867, p. 479.
Descrizione tecnica
Ricco commerciante di legnami e pittore per diletto, amico del Palladio, dello Scamozzi e del Vittoria, collezionista di cose d’arte, il Forni è annoverato dal Marzari (1604, pp. 211-212) tra i “Vicentini ingegni per l’eccellenza, che per beneficio della madre Natura possede singolarissimo in ritrarre dal naturale gli huomini, tuttoch’egli non sia di professione né habbi atteso giamai alla pittura”. Giudizio confermato da Girolamo Gualdo junior (1650, ed. 1972, pp. 59-60), che ricorda, in particolare, il ritratto del canonico Giovanni Battista Gualdo. Pure il Buffetti (1779, II, p. 64) mostra di stimare l’artista, di cui vede un ritratto in casa dei nobili Ghellini, a fianco di altri di Tiziano, Fasolo, G.B. Maganza il Vecchio, Tintoretto. Il Forni peraltro si cimentò anche con dipinti di soggetto sacro, come attesta la pala raffigurante l’Immacolata Concezione, un tempo nella chiesa di San Biagio Nuovo, nel 1802 ceduta a Leonardo Ferramosca (Dirani Mistrorigo, 1988, p. 60). Definito da Venturi (1934, p. 144) “manierista veronesiano nella cerchia dei Maganza”, l’artista viene significativamente avvicinato da Barbieri al Fasolo (1962, II, p. 77).
La giovane donna del dipinto è stata identificata con Isabella Valmarana, figlia primogenita di Leonardo, nata nel 1574. Non sorprende che il ritratto sia stato commissionato al Forni, che doveva intrattenere legami di amicizia con il conte Valmarana, tanto da affidargli l’esecuzione delle volontà testamentarie (Zorzi, 1966, p. 167). Con ogni probabilità il ritratto fu eseguito in occasione delle nozze di Isabella (1594).
La dama è rappresentata di tre quarti, posa la mano destra su di una mandòla, che sottolinea l’educazione allo studio della musica, come richiesto dall’appartenenza ad una delle più importanti famiglie della città. Indossa un elegante abito di foggia spagnolesca, contraddistinto dal corpetto a punta, profilato da un grosso cordone dorato, e dalla gonna arricciata. Il volto, dai morbidi tratti ancora adolescenziali, è illuminato dalla bianca gorgiera di lino. I capelli di un biondo fulvo sono composti in un’alta pettinatura, adorna di fiori, secondo la moda di fine cinquecento. E un mazzo di fiori è pure appuntato sulla spalla sinistra. Il fiore di gelsomino, in specie, allude simbolicamente al matrimonio. Un’attenzione particolare è accordata ai gioielli: sul tessuto di raso color cremisino, pure allusivo alle nozze, spiccano le catene in maglia d’oro della collana, che si conclude nel cascainpetto con medaglione all’antica, da cui pende una grossa perla a goccia. Preciso nel documentare l’immagine esteriore della giovane donna, evidenziandone lo stato sociale, il pennello non giunge, però, a penetrare il segreto di quel volto reso un po’ statico dalla posa.
Bibliografia
Formenton, 1867, p. 479; Ciscato, 1870, p. 86; Marasca, 1876; Ongaro, 1912, p. 40, n. 63; Forni Girolamo, 1916, p. 217; Arslan, 1934, p. 16 (per Berenson di D. Brusasorzi); Venturi, 1934, p. 144 (si ritiene riferito al dipinto in esame il cenno al Ritratto di dama, segnalato erroneamente nel Museo Civico di Firenze); Fasolo, 1940, p. 167; Barbieri, 1962, II, pp. 77-78; Zorzi, 1966, p. 167; Barioli-Ballarin An., in Il Gusto e la Moda…, 1973, pp. 110-111; Burns, in Andrea Palladio…, 1975, p. 14; Ballarin An., 1982, p. 112; Barbieri, 1995, p. 21; Villa, 2002, pp. 78-79.
Esposizioni
Vicenza, 1973, pp. 110-111; Londra, 1975, p. 14, cat. 6.