Madonna con il Bambino (centrale); Adorazione dei pastori, san Luca, Disputa di Cristo nel tempio, san Marco, Adorazione dei Magi, san Matteo, Fuga in Egitto, san Giovanni evangelista (cornice)
Autore | Frans Franken II e Abraham Govaerts |
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Periodo | (Anversa 1581 - 1642 e Anversa 1589 - 1626) |
Datazione | 1600 |
Supporto | Rame, 43x57 |
Inventario | A 743 |
Autore della scheda | Mari Pietrogiovanna |
Il dipinto, dall’originale composizione, rivela una profonda cultura nell’intreccio di aspetti narrativi e simbolici. Maria con il Bambino siede ai piedi di un gruppo di alberi in un alone di luce, mentre ai lati si aprono a destra uno stagno, e a sinistra un vasto paesaggio che si chiude sul profilo lontano di una città. Al dogma dell’Incarnazione allude la rosa bianca, simbolo della purezza di Maria; alla Morte e alla Resurrezione di Cristo sono riferibili l’uccellino sul ramo secco e gli animaletti dipinti nella cornice per la loro valenza metamorfica.
Arricchiscono la composizione le scene della vita di Gesù a grisaille e, agli angoli della bordura, i cartigli dei quattro Evangelisti in trompe l'oœil.
La grande finezza tecnica e la minuziosa cura dei dettagli si abbinano ad una sensibilità religiosa prettamente nordica, dove l'aspetto "privato" della fede era legato alla diffusione delle immagini devozionali e dei libri di preghiera.
Descrizione figurativa
Questo originale dipinto su supporto di rame di Frans Franken (1581-1642) e Abraham Govaerts (1589-1626) rappresenta una Madonna con bambino al centro, con a destra uno stagno e a sinistra un vasto paesaggio con il profilo di una città sullo sfondo. Sulla cornice, quasi ad arricchire il dipinto centrale, vengono ricordati in grisaglia episodi della vita di Gesù, mentre agli angoli sono effigiati i quattro evangelisti. E' un'opera ricca di allusioni, come le rose bianche ai piedi della Vergine che rimandano al dogma dell'incarnazione, l'uccellino su di un ramo secco ed altri animaletti nella cornice che ricordano la morte e resurrezione di Cristo, espressa con grande finezza tecnica e minuziosa cura dei dettagli, tipiche della pittura nordica.
Descrizione audio
Cartellini
1949-1950 N. 743/ Jean Brueghel/ Madonna con il Bambino/ rame cm. 43,5x57
Provenienza
legato Anna Bonin Longare, Vicenza 1954
Inventari
1910-1912: 743, aggiunta 1954. Numerazione vecchia: 743 inventario 1950. Provenienza: legato Anna Bonin Longare 1954. Forma e incorniciatura: rettangolare. Dimensioni: 0.57x0.43. Materia e colore: rame ad olio. Descrizione: Madonna col Bambino, nella fascia fatti della infanzia di Cristo. Autore: 1950 Brueghel dei velluti?; prof. Schapiro di Londra (comunicazione orale 2.10.57) Frans Franken II (morto 1642) visibile specialmente nella fascia che incornicia il dipinto, ma forse anche la Madonnina è sua, dipinge spesso su rame (confronti con dipinti della sua collezione); prof. Heinemann (comunicazione orale 13.2.62) Govaerts.
Descrizione tecnica
Il prezioso dipinto su rame vanta l’attribuzione a Jan Brueghel fin dal suo ingresso nel Museo civico (1954). In seguito (Barbieri, 1962) prospetta la collaborazione con Frans Franken per la fascia che contorna il quadro; l’ipotesi di un intervento del pittore era stata suggerita da una comunicazione orale di Shapiro (ottobre 1957) che tuttavia riferiva a Franken l’intera autografia dell’opera. La prospettiva di attribuire la scena centrale del dipinto a Jan Brueghel e la cornice a Franken viene ripresa da chi scrive (1990, in Fiamminghi…), nonostante la Härting, autrice di una monografia su Franken (1989), pubblicando una serie di varianti di questo dipinto (Wichelen, collezione privata; Spagna, collezione privata; Lubiana, Digione, Musée des Beaux-Arts) avesse proposto Frans Franken quale autore delle figurazioni e Abraham Govaerts del paesaggio. In seguito ho avuto modo di riconsiderare l’ipotesi della studiosa ed ho mutato opinione, la mia posizione è stata condivisa dalla Rigoni (1997) che giustamente riferisce l’opera a Franken e Govaerts.
Non era un fatto insolito che artisti specializzati intervenissero nell’opera di altri maestri, tale prassi era seguita anche da Rubens, che chiedeva l’intervento di vari specialisti per dipingere ghirlande di fiori, paesaggi, nature morte, cabinets d’amateur, oppure allegorie degli elementi. Nel dipinto in esame l’intervento di Franken è pienamente riconoscibile nella cornice, realizzata come fosse il bordo dorato di una miniatura gando-bruggese e arricchita con scene della vita di Cristo a grisaille (questa fascia decorativa appare di qualità migliore rispetto a quella delle varianti di questo quadro pubblicate dalla Härting). La mano del sofisticato maestro, autore di numerosissimi dipinti di soggetto storico o religioso e di varie e preziose Gallerie si ravvisa anche nella tenera e intimistica immagine della Vergine con il Bambino al centro del quadro. Abraham Govaerts è invece l’autore dell’incantevole paesaggio; il pittore è uno specialista di tale genere e segue la tendenza manieristica di Gillis van Coninxloo e Jan Brueghel, realizzando affascinanti interni boschivi alternati a piccole fughe spesso ravvivate da specchi d’acqua. L’adesione del pittore a questa corrente decorativa e la sua particolare inclinazione per il paesaggio di foresta, reso con grande precisione, lo rende uno dei principali competitori di Jan Brueghel e non di rado è confuso con il più famoso maestro. Lo schema compositivo ed anche la stessa concezione poetica della natura dipendono dalle invenzioni bruegeliane, che Govaerts ripropone usando un tocco abile ed una delicatezza straordinaria. L’incanto di questo quadro su rame si rivela altresì nell’uso arbitrario e irreale dei toni verdi e blu, ancora una volta brillanti rimandi al repertorio di Jan Brueghel dei Velluti.
Bibliografia
Barbieri, 1962, II, pp. 203-205 (pittore vicino al Bruegel); Ballarin An., 1982, p. 144 (Jan Brueghel); Härting, 1989, cat. 129; Pietrogiovanna, in Fiamminghi…, 1990, pp. 110-111 (Jan Brueghel e Frans Franken II); Barbieri, 1995, pp. 91-92 (Jan Brueghel dei Velluti e Frans Franken?); Rigoni, 1997, p. 152, cat. 141-145, ill. 23; Villa, 2002, pp. 64-65.
Esposizioni
Padova, 1990, pp. 110-111.