Giovani archeologi raccontano

Il progetto di dottorato dal titolo "In Altopiano sessant’anni dopo. La riscoperta del sito paleolitico di Riparo Battaglia e la frequentazione preistorica dell’Altopiano di Asiago" si propone di esplorare le dinamiche della fine dell’Ultima Glaciazione.

La fine dell’Ultima Glaciazione, avvenuta a partire da circa 18.000 anni fa, chiude una fase importante della Preistoria e ne apre un’altra in cui ambienti, animali e piante si avviano ad assumere l’aspetto che oggi conosciamo. Siamo alla fine del Paleolitico e i piccoli gruppi umani di cacciatori e raccoglitori nomadi devono confrontarsi con grandi cambiamenti climatici e ambientali, rioccupando territori precedentemente ricoperti dai ghiacci.

Il territorio Vicentino, incastonato tra colli, pianura e Prealpi, restituisce testimonianze chiave per questa fase. Il sito di Riparo Battaglia sull’altopiano di Asiago, scavato all’inizio degli anni ’60 dall’archeologo vicentino e docente presso l’Università di Ferrara Alberto Broglio rappresenta un sito di importanza fondamentale per ricostruire le prime tappe del popolamento alpino.

I numerosi manufatti in pietra scheggiata qui rinvenuti sono al centro di un nuovo studio, frutto della collaborazione tra l’Università di Ferrara e il Museo Naturalistico Archeologico di Vicenza, dove i materiali di proprietà statele sono conservati. La riscoperta di questo materiale apre nuove sorprendenti domande: a partire da quale momento è stato possibile per le comunità umane della fine del Paleolitico spingersi verso le medie e alte quote alpine? Cosa ha portato questi gruppi fino all’Altopiano? Quale sistema insediativo e quale modalità di sussistenza si sono stabiliti al termine dell’ultima glaciazione?

Gli eventi sono in co-organizzazione: Musei Civici di Vicenza, Università di Trento, Università di Ferrara, Amici dei Musei Vicenza, Gruppo Archeologico CRT.

Marzio Cecchetti

Sono uno studente di Dottorato in Scienze Umane presso l’Università degli Studi di Ferrara, dove mi sono laureato nel 2021 con il massimo dei voti. In seguito, ho proseguito la mia carriera in diversi cantieri di scavo archeologico e in collaborazioni di studio con Università e Soprintendenze. Durante il mio progetto di ricerca mi concentrerò sullo studio dei manufatti in pietra scheggiata e su quello che questi reperti possono dirci sugli adattamenti dei gruppi umani del passato. L’Archeologia preistorica, infatti, è per me un tentativo di comprendere il rapporto che lega l’uomo, la sua cultura e l’ambiente, liberandoci dei preconcetti della nostra esperienza quotidiana. La condivisione di queste conoscenze con il pubblico è un altro importante punto della mia ricerca, che realizzerò attraverso lo sviluppo di strategie, strumenti e contenuti per i musei e per il web.