04/11/2018
Domenica gratuita a Palazzo Chiericati e al Museo Naturalistico e Archeologico
Ingresso gratuito per i residenti di Vicenza e provincia
Orario: dalle 9 alle 17
Domenica 4 novembre prima domenica del mese, i residenti di Vicenza e provincia avranno l'opportunità di visitare gratuitamente il Museo Civico di Palazzo Chiericati e il Museo Naturalistico Archeologico.
A Palazzo Chiericati, aperto dalle 9 alle 17 (ultimo ingresso alle 16.30), sarà possibile ammirare opere dal Medioevo al Barocco. L’ala novecentesca sarà parzialmente visitabile causa allestimento della mostra "Il Trionfo del colore. Da Tiepolo a Canaletto e Guardi" (23 novembre 2018 - 10 marzo 2019). Il percorso di visita del Museo civico di Palazzo Chiericati è modificato, non sarà, infatti, possibile la visita delle tre sale affrescate, a sinistra dell'ingresso, e della sala dei lunettoni: in quest'ultima, per l'intera durata della mostra (fino al 10 marzo 2019), i lunettoni non saranno visibili.
Pertanto, fino al 10 marzo 2019, una volta entrati nell'atrio, si scenderà al piano interrato, attraverso lo scalone nobile, dove si potrà visitare la Collezione di giocattoli storici Cavalli-Rosazza. Poi si potrà salire direttamente al primo piano (dalla scala in vetro del giunto o utilizzando l'ascensore) e da lì il percorso proseguirà come consuetudine.
Questo sarà il percorso di visita per coloro che vorranno accedere solo al Museo, e non desiderano vedere la mostra.
Sarà sempre garantito l'uso dell'ascensore per le persone con disabilità.
Al museo nel primo piano troviamo le opere di Paolo Veneziano, Battista da Vicenza, Hans Memling e Bartolomeo Montagna, per arrivare al grandioso ambiente che restituisce la decorazione della distrutta chiesa di San Bartolomeo, con importanti pale d’altare tra le quali spiccano quelle di Montagna, Cima da Conegliano e Giovanni Bonconsiglio.
Al piano nobile del palazzo palladiano sono raccolte le opere dei grandi maestri della pittura veneta del ’500: Bassano, Tintoretto, Veronese, oltre alle sculture di Sansovino, Vittoria e i cristalli di rocca di Valerio Belli. Seguono i capolavori del XVII secolo di Luca Giordano, Maffei, Della Vecchia e Carpioni.
Nelle tre stanze dei sottotetti dell’ala nord di Palazzo Chiericati è visitabile il lascito del marchese Giuseppe Roi, costituito dalla sua personale raccolta di dipinti, disegni e incisioni dal XV al XX secolo, ambientata in un suggestivo allestimento di casa-museo.
Inoltre, nelle sale ipogee è stata recentemente esposta la prestigiosa collezione di giocattoli Cavalli Rosazza, raccolta unica nel suo genere con oltre 5 mila giocattoli industriali d’epoca del valore di 1 milione di euro, databili dalla metà dell’800 al secondo Dopoguerra, tutti perfettamente conservati e funzionanti, raccolti a partire dagli anni ‘70 dai coniugi torinesi Giancarlo Cavalli Anna Rosazza durante i loro viaggi. Soldatini, automi e diorami si alterneranno ai quadri nelle sale ipogee di Palazzo Chiericati in un allestimento di oltre 600 metri quadrati progettato dall’architetto Emilio Alberti con lo scenografo Mauro Zocchetta.
Il Museo naturalistico archeologico, aperto dalle 9 alle 17 (ultima entrata 16.30), allestito nel complesso dei chiostri di Santa Corona, è suddiviso in due sezioni. La sezione naturalistica illustra le caratteristiche del territorio, soprattutto quello dei colli Berici, la cui specificità ambientale annovera anche diversi endemismi di flora e di fauna, con un occhio di riguardo ai colli vicentini. La sezione archeologica documenta la presenza umana sui Berici fin dal Paleolitico medio, fino al Neolitico e all'età del Bronzo, all'età del Ferro e all’età romana. L'esposizione si conclude con una ricca documentazione della presenza dei longobardi nel territorio vicentino.
In occasione della prima domenica gratuita del mese è possibile vistare gratuitamente la mostra "Orsi & uomini" al Museo Natualistico Archeologico dalle 9 alle 17.
La mostra presenta gli aspetti della convivenza tra orsi e uomini nella presitoria ampiamente testimoniata nel territorio Berico e nelle sue grotte.
Saranno esposti resti ossei di plantigradi e di strumenti in selce usati per la caccia o per la macellazione delle prede, provenienti da ben sette siti archeologici distribuiti nei nostri colli.
Sarà esposto anche uno scheletro di orso delle caverne. Ursus spelaeus è una specie estinta oltre 24.000 anni fa e che in posizione eretta poteva raggiungere i 3,5 metri di altezza massima. Lo scheletro è ricostruito con resti ossei recuperati nel corso degli scavi archeologici nella cavità della Grotta del Broion a Longare e conservato al Museo del dipartimento di studi umanistici “Piero Leonardi” SMA (Sistema Museale di Ateneo) dell'Università di Ferrara.
Il titolo, "Orsi & uomini" riflette non solo una pluralità numerica, ma anche una pluralità di specie presenti nel nostro territorio in un periodo compreso tra i 200.000 e i 23.000 anni fa.
Che nelle grotte dei Berici avessero lasciato testimonianza della loro presenza, prima Homo neanderthalensis e poi Homo sapiens era noto, ma che si fossero succedute più specie di orso questo è un dato recente.
Agli aspetti preistorici è affiancato un ricco reportage fotografico "Orsi e foreste" di Silvano Paiola che documenta la presenza in natura dell'orso appartenente alla specie Ursus arctos, segnalata in Europa e recentemente anche nelle nostre montagne. Le riprese sono state eseguite in Finlandia e in Slovenia.
Per accedere alle due sedi è necessario ritirare il “biglietto gratuito residenti prima domenica del mese” allo Iat di piazza Matteotti (aperto dalle 9 alle 17.30) o alla biglietteria del Museo naturalistico archeologico (aperta dalle 9 alle 17).
Domenica 4 novembre sarà anche possibile visitare il Museo del Risorgimento e della Resistenza (villa Guiccioli, viale X Giugno 115), dove l’ingresso è sempre libero e gratuito: il Museo è aperto dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 13 e dalle 14.15 alle 17 (ultima entrata alle 16.30).
Da domenica 4 novembre, e fino al prossimo 31 gennaio 2019, è allestita al Museo del Risorgimento e della Resistenza una esposizione di litografie di Anselmo Bucci dal titolo “Finis Austriae”.
Il 4 novembre 1918 non fu solo la data che rappresentava la definitiva sconfitta dell’esercito austro-ungarico, ma anche il giorno che segnò per il mondo intero la fine di un’epoca, quella della Felix Austria, che tanto aveva condizionato l’intera cultura europea.
Un dramma, dunque, che mise termine ad un impero che aveva quattro secoli di storia vissuti da grande potenza, e la cui dissoluzione ebbe cause che andavano oltre gli aspetti tragici di una guerra che aveva minato le fondamenta della nostra civiltà. La raccolta esposta al museo è della fine del 1918, ed è il racconto visivo animato di un respiro ampio e commovente coordinato da una magnifica serie di proposte verbali che appaiono nella presentazione redatta dal Bucci, quale commento alla cartella edita da Alfieri e Lacroix in Milano. Tavole cariche di attualità sentita e registrata entro una prospettiva di una cultura umana e civile raramente riscontrabile negli scrittori ed artisti che si occuparono allora dei temi della Grande Guerra.
La mostra si può visitare con ingresso libero in orario di apertura del museo: da martedì a domenica dalle 9 alle 13 e dalle 14.15 alle 17 (chiuso lunedì, Natale e Capodanno).