Pop/Beat Italia chiude con oltre 11mila biglietti staccati e più di 5mila presenze agli eventi collaterali

Il progetto dedicato all'arte contemporanea, con 100 opere di 35 artisti, è stato tra i più recensiti a livello nazionale nel secondo trimestre del 2024
Data:

05/08/2024

Immagine: Pop Beat visita con il curatore
©Comune di Vicenza -Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

La mostra POP/BEAT – Italia 1960-1979 promossa e organizzata da Comune di Vicenza e Silvana Editoriale, con il sostegno di Confindustria Vicenza e di AGSM AIM, Poste Italiane, BVR Banca, Banca delle Terre Venete, BCC Veneta, Banca del Veneto Centrale, BCC Vicentino Pojana Maggiore, Vescogiaretta Group, Belluscio Assicurazioni, oltre agli sponsor tecnici Unifor e Viabizzuno e ai Media Partner Il Giornale di Vicenza, Telechiara, TVA, inaugurata il 2 marzo scorso, ha concluso il suo percorso domenica 28 luglio con 11.607 biglietti staccati e più di 5.000 presenze agli eventi collaterali organizzati sia all’interno della mostra che all’esterno con il riuscito scopo di portare la mostra fuori dalle mura della Basilica Palladiana.

Il progetto POP/BEAT, con 100 opere di 35 artisti, è stato una proposta innovativa per Vicenza, interamente dedicato all’arte contemporanea. Scelta precisa che ambisce a proporre Vicenza come sede per progetti culturali di rilievo nazionale, dove la proposta del contemporaneo diventa irrinunciabile, come suggeriscono anche le scelte in questa direzione di Bergamo-Brescia, Capitali della cultura 2023 e Pesaro per l’anno corrente.

Missione pienamente compiuta dal progetto che è stato tra i più recensiti a livello nazionale nel secondo trimestre del 2024. Ripetute le missioni delle troupes di tutte le reti Rai in città, che hanno portato a servizi televisivi anche di svariati minuti nelle case degli italiani, con Vicenza in primo piano e segnalata come una meta irrinunciabile. Numerosi i passaggi in prima serata sul TG5, Sky Arte, TG24, sui canali specialistici del gruppo Feltrinelli, diffusi in tutte le librerie d’Italia, oltre ad una miriade di Tv territoriali. Non meno attenzione ottenuta dalle reti di Radio Rai, anche con una estesa intervista al curatore nella trasmissione di culto “Te la do io l’arte contemporanea”, nonché il coinvolgimento convinto del prestigioso ufficio stampa nazionale AdnKronos, che ha garantito una copertura mediatica in tutta Italia.

Importanti le presenze del progetto POP/BEAT sui più titolati supplementi culturali nazionali come Robinson di Repubblica e La Lettura del Corriere della Sera, che hanno dedicato al progetto servizi a più pagine, rimarcandone le rilevanti novità culturali, segnalate anche da tutte le testate principali dedicate all’arte contemporanea: da Artslife a Espoarte, da Arte In a Finestre sull’Arte, da Artuu ad Artribune, con decine di migliaia di visualizzazioni.

In particolare la scoperta dell’Antigruppo siciliano ha avuto un significativo esito internazionale, con un convegno di studi dedicato, organizzato dalla città di Helsinki in Finlandia, in cui è stato sottolineato anche che molti degli artisti protagonisti, in visita alla mostra, hanno riconosciuto POP/BEAT – Italia 1960-1979 come il progetto più completo ed esaustivo dedicato a quel periodo mai realizzato fino ad oggi.

La mostra POP/BEAT ha dato origine anche alla pubblicazione di un corposo ed esaustivo catalogo (Silvana Editoriale) e ad una moltitudine di video di approfondimento sulla mostra presenti in rete. Il catalogo in particolare si propone, come evidenziato da PDE-Feltrinelli nel suo video, come un documento innovativo e irrinunciabile per una nuova lettura relativa all’arte e la letteratura degli anni ’60.

Di grandissimo successo sono stati i 32 eventi collaterali, parte integrante del progetto, declinati in approfondimenti tematici sul cinema, il teatro, la musica contemporanea, la letteratura, il jazz, che hanno garantito la presenza di oltre 5.000 vicentini.

«Dopo la grande e innovativa mostra sui tre capolavori di Caravaggio, Van Dyck e Sassolino, che ci ha accompagnato nel periodo di Natale, POP/BEAT – Italia 1960-1979 ha segnato culturalmente la nostra Città che ha avuto il coraggio di dedicare una mostra ad uno dei periodi artistici temporalmente più vicini a noi ma complessivamente tra i meno conosciuti dal grande pubblico - sottolinea Ilaria Fantin, assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città -. Un trend che è stato confermato dalla grande attenzione che la stampa nazionale e di settore ha riservato alla mostra e, quindi, alla città che orgogliosamente la ha ospitata. Al curatore Roberto Floreani, a tutti coloro che si sono impegnati in questi mesi per la riuscita di questa esperienza e a chi è venuto a visitarla o ha deciso di vivere uno dei tanti eventi collaterali, arrivi il mio sincero ringraziamento, esteso anche alla rete delle associazioni culturali della Città che hanno arricchito ulteriormente l'esperienza di Pop Beat con interessanti eventi culturali».

Il progetto POP/BEAT, grazie al suo importante ritorno mediatico nazionale, accredita la città di Vicenza di un respiro di ampia portata, indispensabile per affrontare una sfida che ormai riguarda orizzonti più lontani e affascinanti.

«È stato bellissimo vedere la partecipazione agli eventi dei vicentini - e non solo – che hanno reso questi appuntamenti pressoché sempre esauriti - commenta Roberto Floreani, curatore della mostra -. Tante persone che si sono fatte condurre in mostra ed entusiastica è stata la risposta delle associazioni facenti parte del neo-costituito forum della cultura cittadina, cuore pulsante degli interessi del territorio.  Il loro contributo è stato fondamentale per promuovere un progetto altamente inclusivo e condiviso. Con POP/BEAT – Italia 1960-1979 abbiamo piantato un seme che ora sta crescendo, portando l’arte del XX secolo a Vicenza e dalla nostra città, attraverso i media, in tutto il Paese. Grazie a tutti coloro che hanno creduto in questo progetto, che è simbolo di un’esperienza coesiva attorno ad un tema che sono convinto si rivelerà prezioso per futuri progetti sulla città».